Infilarci le calze ogni mattina, specialmente in inverno, è un’abitudine ormai così radicata che non ci fermiamo nemmeno ad interrogarci sul reale significato di questo gesto quotidiano. Eppure, quali sono state le evoluzioni tecnologiche, ma anche sociali, che hanno portato la calza ad essere quella che oggi conosciamo? Da indumento nato come semplice modo per coprirsi e ripararsi dal freddo nel corso dei secoli si è trasformata in qualcosa di più, è entrata a far parte del cosiddetto fashion system, con collezioni che si alternano stagione dopo stagione, colori e fantasie, ricami e stampe che richiedono spesso un lavoro di alta qualità artigianale. La vera rivoluzione, nel mondo delle calze (ma non solo) è stata la scoperta e l’introduzione di una fibra rivoluzionaria, Lycra, più sottile di un capello e invisibile all’occhio (provato per credere), ma elastica e resistente, ha permesso a chi si occupa di disegnare e produrre calze e collant, di rivoluzionarie il proprio approccio stilistico e soprattutto di portare sul mercato dei prodotti non solo belli esteticamente ma anche comodi e confortevoli. Perché diciamocelo, se un collant è scomodo, si infila dove niente si dovrebbe mai infilare, provoca allergie e pruriti, a chi viene la voglia di metterlo? A me no di sicuro, alla mia pelle ultra sensibile tanto meno.
Tutto questo preambolo per raccontarvi una “sfida” che ho raccolto molto volentieri, quella proposta dalla storica azienda Pierre Mantoux e da Lycra: provare per cinque giorni cinque diverse calze, giocare ad abbinarle ai miei look e allo stesso tempo provarne il comfort e raccontarvelo. In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo spesso tagliamo le spese che consideriamo inutili, e allora vanno benissimo le calze da 1 euro o poco più al supermercato, ma sappiamo cosa stiamo comprando e quanto ci darà fastidio una volta indossato? Spesso la risposta è no, e in questi cinque giorni, io che, lo confesso, ho sempre comprato calze a caso in base all’esigenza del momento, ho capito la differenza. La qualità costa un pochino di più, è vero, ma se può permetterti di non passare una giornata con gli occhi strabuzzati sognando il momento del pigiama, beh, tutto assumerà una nuova prospettiva e le calze non saranno più semplicemente qualcosa di necessario, ma qualcosa con cui giocare e da fare diventare parte integrante del proprio look.
Day1: Un semplice vestitino in maglia rosso e i collant con delicati pois, abbinati ai miei tronchetti neri con tacco medio “da battaglia”, mi hanno fatta arrivare serenamente alla fine di una giornata piena di eventi e impegni di lavoro.
Day2: voglia di qualcosa di più rock, vestitino nero, sempre in maglia (la mia divisa invernale), collant con stampa cravatta e mini boots con metalleria dorata. Per una giornata grintosa da affrontare a lunghe falcate.
Day3: sabato sera chiama grandi feste…ma a volte basta anche indossare dei collant in pizzo e un tubino nero per uscire a cena con il proprio fidanzato e tornare con la mente ai tempi dei primi batticuori. Un collant per farsi bella per lui? Sì, è possibile.
Day4: di nuovo tronchetti, di nuovo abitino, ma questa volta lo stile leggermente grounge è dato dal calzino modello Lou e dalle fibbie argentate. Per una domenica pronta a dar battaglia per i regali di Natale.
Day5: bon ton invernale con gonnellina nera a pieghe, maglione azzurro puffo abbinato alla collana e collant super coprenti 50 denari in un verde bosco, per sentirsi diverse dal solito, senza esagerare.
Oggi sarebbe il giorno numero 6, quello che verrà, quello in cui ho imparato, grazie a Pierre Mantoux e a Lycra a giocare con le mie gambe e non solamente a coprirle per non sentire freddo. Grazie per la magnifica e divertente esperienza, vi lascio con qualche foto scattata al brief di presentazione del progetto #LycraLovesLegs, così potrete riconoscere le altre blogger coinvolte nel progetto e andare a sbirciare anche sui loro siti un’opinione e visione personale del mondo delle calze.
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