I bambini, fin da piccoli, scoprono e conoscono la televisione ed attualmente Peppa Pig è il cartone animato più amato.
C’è da dire che sono ingenua, lo sono per natura e da sempre. Perciò non c’è da stupirsi che pensassi di poterle sfuggire. Avrei dovuto incominciare ad avere qualche dubbio l’anno scorso, quando, nonostante mia figlia Maria Vittoria dimostrasse un amore spasmodico per i Barbapapà, in libreria preferiva comprare i libri della maialina più celebre della televisione. È così che Peppa Pig si è infiltrata in casa nostra: astuta! Volendo spronare le mie figlie alla lettura, non avrei mai detto di no a qualsiasi libro loro avessero voluto. Così anche noi siamo entrati in quel gruppo di famiglie che ha aumentato il fatturato della Giunti Editore, la cui crescita tra il 2012 e il 2013 è stata del 97% ed il merito va alla britannica maialina.
Ora che Maria Vittoria ha due anni, i Barbapapà sono andati in pensionamento anticipato e Peppa domina incontrastata il panorama televisivo di mia figlia.
Prima ancora che la famiglia Pig si trasferisse a casa mia, avevo letto di tutto su di loro. Dal sito www.termolionline.it avevo letto che www.notizievangeliche.com tacciava la porcellina di essere un’anarchica, insurrezionalista, massona; l’AIDAA ha portato la questione direttamente al parlamento europeo, chiedendo ai genitori di impedire ai bambini di vedere il cartone perché mistificatore della realtà, visto che i maialini nella finzione vivono felici, mentre la vita di ogni giorno è tutt’altra storia (certo è che a ben vedere anche Mickey Mouse nel mondo vero non se la passa tanto bene). Trovavo, invece, pochi commenti favorevoli, voci solitarie, come quella di Licia Troisi, in difesa della famiglia di porcelli.
Così indottrinata, ho accolto malvolentieri questi ospiti grufolanti a casa mia, cercando invano di convincere mia figlia ad appassionarsi nuovamente alle avventure dei Barbapapà, ma ormai era tutto perduto.
Una sera allora ho lasciato stare di preparare la cena, mi sono seduta alle spalle di Maria Vittoria, che ormai ha aderito completamente alla setta e indossa una tuta con l’effigie della sua leader indiscussa, e abbiamo guardato insieme le 5 puntate da 5 minuti ciascuna con filastrocche annesse.
E così ho avuto la mia epifania.
Il grugnito della maialina è stata la mia madeleine e come Proust mi sono ritrovata nel passato.
Mi sono rivista bambina, appena poco più grande di mia figlia, mentre guardo Occhi di Gatto e mia mamma preoccupata siede alle mie spalle. La sua bambina adora un manga con delle ladre in tute decisamente sexy: cosa potrebbe imparare? Ma quella bimba non ha tutte quelle sovrastrutture mentali tipiche degli adulti, le piace quel cartone per la sigla (decisamente orecchiabile!) e per l’agilità felina delle tre protagoniste.
Nonostante le ansie di mia mamma, insomma, non sono stata indotta alla criminalità da quel cartone: si è rivelato del tutto innocuo, solo un attimo di relax e divertimento.
Il mio tuffo nel passato è, dunque, rivelatore: ho buone speranze che per mezz’ora di Peppa al giorno, mia figlia non desideri saltare per tutta la vita nel fango.
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