Secondo giorno di Fuorisalone 2016 è la volta delle zone Sant’Ambrogio e 5Vie. Un viaggio alla scoperta di tradizioni e modernità tra palazzi storici, dimore signorili e vecchie officine dismesse. Continua il viaggio di Funk Design and The District a caccia di atmosfere e ambientazioni da favola dove la narrazione si colorisce di creatività, arte e progetto.
Prima di addentrarci nel dedalo di viuzze che caratterizza il distretto delle 5Vie, non possiamo mancare l’appuntamento con la più giovane e vicina Zona Sant’Ambrogio. Un’area maggiormente vocata agli eventi serali dalle 18 in poi, talk, incontri, aperitivi e street food, accendono la design week milanese all’insegna del divertimento; non mancano però le aree dedicate a esposizioni, mostre e installazioni. Si parte dal quartier generale in via San Vittore al 49 dove il digital manufactoring prende forma grazie a Next Design Innovation. L’iniziativa è promossa da Polifactory, il marketplace del Politecnico di Milano e Elisava, scuola laboratorio di Barcellona dove sperimentazione e prototipazione sono al centro dei progetti educativi. Tra le arre più interessanti, Smart Wearable & Fashion, tessuti capi, di abbigliamento e accessori moda e New Household tools & Appliances una serie di oggetti e utensili elettrici.
A pochi passi l’incantevole Spazio Rossana Orlandi in via Bandello al numero 14, un angolo magico che accoglie Ashish Bajoria e Suman Kanodia, con le loro personali scelte presentano Scarlett Splendour una serie di luxury collection firmate da Vanilla Nori by Matteo Cibic, Luce Naga, Dario Contessotto e Mirco Colussi. Proseguendo verso il centro ci avviciniamo alla Basilica di Sant’Ambrogio dove, all’interno dell’Oratorio della Passione, troviamo Viu Vision Of You. Propone nuovi stili per abitare la casa con oggetti realizzati nell’ottica della sostenibilità ambientale raggruppando una serie di aziende orientate al riutilizzo e al riciclo.
E così ci troviamo a un passo dalle 5Vie, entriamo a Palazzo Litta in corso Magenta, l’esposizione A Matter of Perception racconta di patrimonio culturale e tecnologia; nelle fastose sale, un susseguirsi di luoghi da scoprire; si incontrano subito i 13 designer di Belgium is Design con i loro progetti realizzati ad hoc per l’occasione. Salendo al piano superiore attirano l’attenzione i tappeti di Jan Kath, Back to the roots è una collezione in lana filata e intrecciata a mano nell’altipiano tibetano. Casa Vitra ospita Alberto Meda con The story of Physix che interpreta il tema della mostra con un progetto realizzato per l’azienda. Physix segue il filone della ricerca attraverso l’uso di materiali e tecnologie contemporanee.
Sempre qui, Studio Suppanen presenta Digital meets hancrafted, oggetti stampati in 3D, tagliati a laser e rifiniti a mano. Da sempre al centro del suo lavoro e da sempre in coppia con il padre Riccardo, l’illuminazione è il tema preferito di Alessandro Sarfatti. Astep è la sua nuova avventura imprenditoriale; riassume le caratteristiche di bellezza e attualità, la nuova Candela è disegnata Francisco Gomez Paz e proietta nel nuovo secolo la tipologia delle tipiche lampade a olio scandinave.
Facciamo ingresso nel cuore delle 5 vie per visitare una vecchia officina dismessa e riqualificata per la settimana del design. Allo Spazio Sanremo di via Zecca Vecchia la mostra principale e dei Raw Edges, Herringbones coinvolge il duo israeliano in un’installazione dove l’estetica è fortemente connotata dall’uso del colore; un concetto di movimento che modifica il pattern trasformandolo; è il risultato di una sorta di studio matematico sulle variabili di interazione tra linee rette e curve.
In piazza Pio XI ci attende la Biblioteca Ambrosiana, grandi aspettative pienamente soddisfatte da Doppia Firma, il progetto sperimentale che affianca innovazione nel design alla tradizione dei maestri d’arte, in una sorta di dialogo tra pensiero progettuale e alto artigianato. Oggetti raffinati, frutto di uno scambio creativo, di una fertilizzazione reciproca tra cultura e saper fare; autentiche icone narrative create appositamente per questa iniziativa, visionarie e suggestive.
Sulla rinnovata piazza antistante le antiche Terme di via Brisa, un nuovo spazio arricchisce il percorso delle 5Vie ospitando We are social animals, un’ambizioso progetto che raccoglie 35 designer provenienti da 20 paesi diversi e che presentano al pubblico i loro progetti realizzati attraverso la condivisione di conoscenza, tempo e risorsa; insieme si chiedono se il design possa in qualche modo unire le persone, creare confronti e cambiare abitudini. Interessanti le proposte di Evangeline Pesigan e Studio Haekkinen.
Tre le iniziative da non perdere al 18 di via Santa Marta, negli spazi del SIAM, Società di Incoraggiamento per le Arti e i Mestieri, torna per il secondo anno Riflessioni, curata da Laura Agnoletto in collaborazione con IDA Italian Design Agency. “La riflessione è il meccanismo più importante con cui gli oggetti si rivelano al nostro occhio” parte da questa considerazione l’idea di raccogliere oggetti che non assorbono luce ma la riflettono creando intorno un mondo fatto di nuove immagini. Tra i numerosi pezzi esposti nella piccola biblioteca, che custodisce una delle 7 copie italiane dell’enciclopedia di Diderot, quelli di Alessandro Mendini, Elisabetta Nava e Adriana Lohmann. Sempre nell’ambito del Siam, The FabLab, laboratorio permanente di fabbricazione digitale, ospita Bica, con Specchi delle meraviglie decorano interni conducendo l’immaginario attraverso un giardino segreto che fiorisce seguendo composizioni che ritraggono stralci di rami.
Restiamo qui, dove le sorprese sembrano non voler finire, scusatemi tanto ma ora sto per parlare di merda, perdonatemi ma la colpa è di Gian Antonio Locatelli, produttore di latte per Grana Padano e Luca Cipelletti, architetto. I due dialogano, l’imprenditore confida di essersi reso conto che le mucche oltre a produrre un sacco di latte, producono un sacco di sterco, l’architetto pensa quindi a un progetto per ridurre lo spreco a favore della sostenibilità. The Shit Evolution trova il suo spazio naturale all’interno di The Shit Museum. Una volta depurata delle sostanze che la rendono sgradevole, la materia organica in questione si evolve e insieme all’argilla plasma oggetti per il vivere quotidiano. La mostra è su due livelli, nel cortile del palazzo in zona 5Vie si apre con una stanza che emerge dal pavimento come un’archeologia disseppellita sul quale sono posati articoli per la casa realizzati in Merdacotta. Nelle cantine si parte per un viaggio alla scoperta di tutti i prodotti, piastrelle, vasi, portafiori, oggetti per la tavola, ma anche simboli iconici come la scatola di Piero Manzoni. Non fatevi trarre in inganno dall’argomento che può sembrare sgradevole, fate un giro è davvero imperdibile e una guida vi racconterà tutto nei minimi dettagli. Scoprirete cose…
Concludiamo il giro delle 5Vie entrando al 14 di via Cesare Correnti, saliamo al primo piano e facciamo ingresso in un appartamento signorile con una splendida terrazza. Una vera favola, ogni locale racconta una storia attraverso oggetti e colori. In una stanza Davide Loddo e il suo brand To Do si unisce a Alessandro Poli e Francesca De Giorgi di Servomuto e nello stesso ambiente presentano le loro collezioni di sedie e lampade dall’elegante gusto retrò. Passiamo da una stanza all’altra e incontriamo Out of the blue, una collezione di 8 oggetti risultato di una ricerca condotta da Studiopepe sulla relazione tra forma, luce e colore. Mario Milana di fianco, presenta la sua nuova collezione di arredi, tavoli e sedie circondate da Colourescapes, coloratissimi quadretti pop realizzati da Tommaso Fantoni.
È stata dura ma ce l’abbiamo fatta anche oggi, domani sarà la volta del distretto Brera Design Week, voi continuate a seguirci e scattare immagini, caricatele su instagram utilizzando l’hashtag #fdtd2016, le tre che riceveranno il maggior numero di like saranno pubblicate su momastyle.com. Funk Design and The Districts torna domani con il nuovo report dai distretti del Fuorisalone 2016, stay tuned!
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