Con questa citazione di Dante in mente sono partita per Firenze domenica 17 marzo di buon mattino: “Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande | che per mare e per terra batti l’ali, | e per lo ‘nferno tuo nome si spande!”. Nonostante il tempo poco clemente l’idea era quella di rilassarmi in solitudine, mangiare in una tipica osteria (primi due obiettivi centrati, con tanto di pappardelle al ragù di cinghiale), riposarmi in albergo e prepararmi all’incontro con tutti gli altri miei amici blogger. Incredibilmente sono riuscita a fare tutto. Non è che fosse così difficile, starete pensando, ebbene no, cari lettori, perché non avete tenuto conto della mia proverbiale sf..ehm, sfortuna, e quindi è stato fantastico che sia andato tutto liscio, treni in orario, niente dispersioni in giro per la città, nessuna invasione di cavallette. Insomma alle 16.00 ero nella Hall del NH Hotel di Firenze pronta a partire in direzione teatro ObiHall, scopo? Il grandissimo show Jean Louis David, questa volta intitolato Jean Louis David Spirit, che si tiene ogni stagione in una città diversa e ha lo scopo di presentare a tutti gli affiliati e gli hair stylist del brand la nuova collezione di tagli e acconciature. Se, da bravi, mi seguite da tempo, ricorderete di certo i report degli altri due show a cui ho avuto l’onore di assistere (qui e qui i post): si perché non è poi così scontato, sono eventi riservati, e la presenza di blogger che twittano in diretta e ficcano il naso un po’ ovunque è una novità anche per loro. Dunque grazie Jean Louis David per aver compreso negli ultimi due anni che i blogger sono amici e alleati e averci dato un’importanza che raramente molti brand ci concedono.
Finita la parte sentimentale. Veniamo allo show. Ora, nonostante per me fosse il terzo, devo ammettere che ogni volta è sempre una nuova sorpresa. Un inizio dolce, caratterizzato dalla splendida colonna sonora di Why di Annie Lennox che ha fatto da introduzione al primo plateau dedicato proprio alla donna romantica. Ci hanno trasportati in un mondo a metà tra il fiabesco e il metropolitano, trecce fermate in acconciature a metà tra una donna ottocentesca e una donna estremamente moderna, di una sensualità velata ma provocante, capelli sciolti con boccoli solo apparentemente casuali a cadere sulle spalle.
Secondo plateau dedicato ad un mood più sexy e seducente, più esplicito se vogliamo, esattamente come il bellissimo tango che ha aperto la colonna sonora. Giubilo in sala per l’arrivo anche dei modelli maschietti, con quell’aria da belli dannati, con quell’aria da chi ha un look casuale che invece è studiato in ogni minimo dettaglio. Per le donne Jean Louis David, invece, ciuffi dall’ampio volume, ancora boccoli e onde a creare un effetto vedo/non vedo sul viso, caratterizzato ovviamente da un rossetto rosso fuoco.
Terzo plateau, ovvero la donna che sprigiona energia pura. Una donna cosmopolita, dinamica, cittadina del mondo, sicura di sé. Mentre twittavo in diretta dall’Obihall, mi è venuto addirittura l’aggettivo cattiva, forse un po’ fortino, ma rende l’idea, un po’ come quando vediamo un giubbotto di pelle e, per parlare giovane diciamo “oh, quello si che è cattivo”. Grinta, grinta e ancora grinta.
Quarto plateau: la donna rock, qui mi sono agitata sulla sedia (rischiando tra l’altro di smuovere il precario equilibrio trovato tra reflex, iPad e iPhone), perché? Perché io mi sento rock da paura. Anche se poi vado in giro con la camicia bianca e i golfini da brava bambina in fondo in fondo sono una rock, bella tosta, una che andrebbe in giro con i capelli a spazzola e il trucco pesante un po’ sbavato, i guantini di pelle e le calze smagliate apposta. La donna rock è fuori dagli schemi perché gli schemi le stanno stretti, la donna rock vuole essere comoda, la donna rock piace (e anche parecchio) perché osare non è un problema.
Quinto e ultimo plateau: le proposte Jean Louis David che troveremo nei saloni a partire da…adesso, insomma da questa primavera estate. Ne ho parlato ampiamente (e anche seriamente, credeteci), nell’articolo scritto per Unadonna.it e che trovate a questo link: mi è piaciuta l’idea di improntare questa collezione sul buon umore, il sorriso, il sentirsi bene anche grazie alle cose semplici. Il carrè Jean Louis David, che poi è anche il mio taglio ufficiale, è un intramontabile, reso ancora più bello da tutte le novità nel campo colorazioni, pensate non per cambiare radicalmente la materia del capello, ma per esaltare e rendere più bello quello che già ogni donna possiede.
Tra un plateau e l’altro non sono mancati gli intermezzi musicali e danzerecci, e il popolo di Jean Louis David è facile da coinvolgere, perché è un po’ come stare in famiglia, e la voglia di alzarsi e ballare come alla festa di capodanno c’è ed è sempre forte. Sempre bello, infine, il saluto conclusivo della famiglia Corani, padre e figlia, orgogliosamente e ottimamente guida dell’azienda hanno salutato tutti i loro affiliati e hairstylist e sono stati applauditi con calore sincero.
E dopo lo show? Immaginatevi un gruppo di blogger, sotto la simpatica pioggia fiorentina, diretti al party esclusivo Jean Louis David Spirit: abbiamo mangiato, abbiamo bevuto (vino rosso, 13.5 gradi, ciao!), abbiamo applaudito ancora, abbiamo fatto quattro chiacchiere con i trainer Jean Louis David, che io ve la butto lì, una sera vorrei davvero invitarli a cena tutti quanti e cucinare per loro qualcosa di buono, perché istintivamente ti viene l’affetto per questo gruppo, che lavora insieme, è affiatato, e ti fa pensare che per questo paese c’è ancora qualche speranza.
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