Mi sono resa conto che è da tempo che non faccio qualche recensione di libri, male, molto male, mi tocca recuperare immediatamente. Quest’estate, ormai laureata e con la mente lontana dai libri universitari sui quali di solito passavo anche le ore sotto l’ombrellone, mi sono data alla pazza gioia della lettura per diletto.
Ho perso oggettivamente il conto di tutti i libri che ho divorato negli ultimi tre mesi, però mi ricordo benissimo quelli che mi hanno colpita di più e ora li condividerò con voi, sia mai che possiate aver voglia di darmi retta e fare una sana capatina in libreria.
Jonathan Coe – I TERRIBILI SEGRETI DI MAXWELL SIM (Feltrinelli – 18 euro)
Partendo dal presupposto che lui è in assoluto il mio autore preferito, dai tempi della Casa del sonno (quando l’ho scoperto) e a ritroso (dopo quel colpo di fulmine feci una full immersion in tutta la sua produzione bibliografica), dopo essere rimasta un po’ delusa dal suo penultimo romanzo (La pioggia prima che cada), finalmente mi è tornato il primitivo entusiasmo e ho ritrovato i tratti distintivi del Coe che amo.
Un romanzo di formazione all’incontrario, un uomo normale (fin troppo normale..) che della crisi di mezza età, della depressione e della società sempre più concentrata sui rapporti virtuali che su quelli umani, sa fin troppe cose. Un uomo che, pur rendendosi conto che una vita non può basarsi su 70 amicizie di sconosciuti su facebook o fugaci e quanto mai improbabili incontri in aeroporto, trae da questi, che per chiunque altro sarebbero dettagli o episodi dell’esistenza, impulsi per buttarsi in nuove avventure e cercare di rivoluzionare la propria vita. Tutto questo prima di incappare in una nuova rovinosa caduta, complici degli..spazzolini da denti! Un finale che non ti aspetti, le consuete ironia e capacità descrittiva di Coe. Da leggere!!
Rebecca James – Beautiful Malice L’amicizia può uccidere (Einaudi – 17.50 euro)
Lo ammetto, il titolo è un po’ inquietante. E la copertina del libro fa molto saga di Twilight. Anch’io in effetti non l’avrei comprato se non fosse che sfogliandolo mi è caduto l’occhio sulla traduttrice del romanzo, Alessandra Montrucchio, una delle autrici italiane che più stimo nonché autrice del mio romanzo preferito in assoluto, quello che ha un posto privilegiato in libreria e che è consumato per tutte le volte che l’ho riletto (si intitola Macchie Rosse se non l’avessi mai detto prima d’ora…). Beh dicevo, mi è caduto l’occhio sulla traduttrice e ho pensato che potesse essere una garanzia. E in effetti questo romanzo pur non essendo nulla di speciale (di certo non lo candiderei per un premio, ecco) risulta godibile. A metà tra un noir e un’indagine psicologica, tra un’inchiesta giornalistica e un documentario sull’età adolescenziale, le pagine scorrono veloci, scappano qualche lacrima e qualche riflessione e dalla metà in poi il desiderio di sapere come andrà a finire è forte. Direi che sono tutti ingredienti che fanno di un romanzo un successo e infatti questo libricino è stato un vero e proprio caso editoriale, tanto che Einaudi è riuscita ad accaparrarsi la pubblicazione del romanzo dopo una lotta abbastanza strenua. L’autrice è una casalinga australiana, madre di quattro figli che, dopo aver tentato di fare tutti i mestieri di questo mondo, si è messa a scrivere e guarda caso ha fatto il boom (ovviamente dopo numerosissimi rifiuti da parte degli editori e l’arrivo di un angelo della Conville &Walsh che invece ha creduto in lei). Una storia che ricorda da vicino la parabola ascendente di J.K Rowling, anche se, per fortuna (questo lo aggiungo io che il maghetto con gli occhiali lo mal digerisco da sempre), il genere è alquanto diverso.
C’è chi ha detestato questo romanzo e l’ha definito “roba da Moccia” (magari Moccia avesse un quarto delle capacità descrittive della psicologia dei personaggi di questo romanzo…), c’è chi l’ha apprezzato in modo esagerato e c’è chi, e mi ritrovo in questa categoria, l’ha apprezzato moderatamente e si sente di consigliarlo per una lettura non troppo impegnativa ma che fa riflettere.
Al prossimo book corner!
A presto
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