Zootropolis: intervista a Clark Spencer

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Zootopia non è Utopia. Così ci ha annunciato il produttore Clark Spencer, che lavora da venticinquenne anni per Disney ed ha prodotto tra gli altri il film d’animazione candidato agli Oscar Ralph Spaccatutto. Durante la presentazione dell’ultimo film Disney Zootropolis in uscita nel 2016, abbiamo potuto ammirare la città, immaginata dai due registi Byron Howard e Richard Moore, interamente e solamente abitata da mammiferi, con stili di vita e manie analoghe a quelle degli uomini, anche se in Zootropolis l’uomo non esiste.

Questa è la principale e fondante novità del film, che in questo si contraddistingue da tutti gli altri animal movie Disney. Se, infatti, ripensiamo a questa lunga tradizione, gli animali o vivono nel loro habitat naturale, come il Re Leone o Bambi, o convivono con gli uomini, come gli Aristogatti o Bianca e Bernie. All’obiezione di noi giornalisti, che Robin Hood potesse essere un precedente, Clark Spencer ci spiega che Zootropolis è tutta un’altra cosa: in Robin Hood gli animali recitavano una storia già esistente, una storia di uomini. In Zootropolis invece si parla solo di animali: l’uomo non c’è, punto e basta. Per ricreare fedelmente gli animali ci sono voluti anni di studio che hanno così prodotto un film che esce al momento giusto con le giuste tecnologie. Inizialmente si pensava di rappresentare tutto il mondo animale, alla fine si è optato solo per i mammiferi, che ormai evoluti non si mangiano più tra loro, ma hanno optato per una dieta a base di insetti e pesci. I predatori e le prede ormai sono dei veri e propri cittadini, vestiti di tutto punto, che camminano tutti a due zampe. Per dare credibilità a queste andature si sono praticati dei veri e propri animation test, dove ogni animale da quadrupede diventava bipede pur mantenendo le caratteristiche della propria postura.

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Ognuno a Zootropolis non perde la propria identità e le proprie dimensioni: convivono, infatti, animali enormi a piccolissimi, dagli elefanti ai topolini, dalle giraffe ai conigli ed ovviamente si è deciso di mantenere il tutto realistico e perciò tutti gli animali sono riprodotti in scala, una scala che ha per unità lo gnu che in piedi su due zampe è pari a un uomo. Questa scelta di riproduzione in scala ha fatto impazzire il direttore di fotografia, che ha dovuto cercare le soluzioni ideali per mostrare allo spettatore la convivenza di dimensioni diverse. Non solo le dimensioni contano, ma anche le pellicce: per garantire verosimiglianza agli effetti che ad esempio il vento o la luce producono sui diversi peli, sono stati creati più di cinquanta software per cinquanta pellicce diverse. Allo stesso modo sono stati creati software per produrre la distorsione del calore o dell’umidità o del freddo: infatti gli animali vivono ciascuno in quartieri adatti alle loro esigenze naturali, come Sahara Square e la gelida Tundratown, questa per orsi polari e quella per cammelli. Gli animali poi convergono nel cuore pulsante della City, dove arriva anche Judy Hopps, una coniglietta che coltiva un grande sogno: diventare un poliziotto, lei un coniglio, un animale piccolo, mentre i poliziotti sono tutti rinoceronti o bisonti, e soprattutto un animale sostanzialmente sciocco e pauroso per definizione.

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Lei, tuttavia, non si dà per vinta ed è decisa a provare qualsiasi cosa, come dice la canzone cantata da Shakira per il film, pur di sfidare gli stereotipi, di cui invece è fermamente vittima Nick Wild, una volpe che sarà suo malgrado costretta ad aiutare Judy nella risoluzione di un mistero, un mistero che ci garantisce Spencer svelerà che anche questo film non è privo di un cattivo, all’altezza dei grandi malvagi Disney. Tuttavia per Judy e Nick non sarà facile collaborare per risolvere il mistero: perchè se per la coniglietta siamo chi desideriamo diventare, per il volpotto siamo ciò che siamo e non c’è possibilità di cambiamento, come dimostra l’ufficio della motorizzazione, dove lavorano i bradipi, ovviamente lentissimi nello svolgere qualsiasi pratica. Ma siamo sicuri che il bradipo Flash, protagonista di una scena tra le più esilaranti del film, sia così come appare? Ci domanda Spencer spoilerando il suo stesso film. Nick e Judy per risolvere il mistero dovranno aprire gli occhi sulla realtà, fidarsi uno dell’altra e scoprire che gli stereotipi non sono sempre validi. Quindi se all’inizio Zootropolis ci appariva la città perfetta, un’Utopia, dalle parole del produttore dobbiamo immaginare che il mistero ci porterà a scoprire qualcosa di insospettabile, che smonterà qualsiasi credenza assodata. Per ora non ci resta che immaginare, per vedere il nuovo film Disney in Italia dobbiamo aspettare fino al 25 febbraio 2016.

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