La vita di Grace Kelly sembra essere l’incarnazione di una fiaba. Nata nel 1929 negli Stati Uniti, Grace Kelly intraprese contro la volontà della famiglia la carriera cinematografica che la portò sul grande schermo per la prima volta nel 1952 nella “14° ora“. La Kelly, oltre che per le doti artististiche, non passò inosservata per via della sua delicata ed elegante bellezza. Nel 1953, con il suo terzo film “Mogambo“, venne consacrata sull’altare delle star di Hollywood ricevendo la nomination all’Oscar come miglio attrice non protagonista, premio che le venne consegnato però nel 1955, a soli 26 anni, per aver interpretato Georgie Elgin in “La ragazza di campagna” di Alfred Hitchcock.
Grace Kelly strinse una forte amicizia con il maestro del brivido il quale la soprannominò “ghiaccio bollente” definizione ossimorica per rappresentare la sua algida bellezza unita alla sua forte carica sensuale. Fu proprio sul set di “Caccia al ladro” di Hitchcock girato a Monaco, che Grace Kelly conobbe il suo futuro marito, il principe Ranieri di Monaco.
Fu così che la bella, brava e talentuosa Grace Kelly, nell’aprile del 1958, vestita con un favoloso abito da sposa, divenne Sua Altezza Serenissima Grace Kelly di Monaco.
Dopo l’investitura a Principessa, la Kelly abbandonò quasi forzatamente la carriera cinematografica per dedicarsi ai doveri istituzionali e politici previsti dal suo ruolo, oltre che per occuparsi della sua famiglia che negli anni accolse tre figli.
Non è difficile immaginare che una vita così incredibilmente favolosa abbia ispirato registi, sceneggiatori e scrittori negli anni per cercare di raccontarla. Un tentativo cinematografico è stato fatto dal regista francese Oliver Dahan che ha presentato il suo film “Grace di Monaco” il 14 maggio per l’apertura della 67° edizione del Festival di Cannes.
A vestire i (bellissimi) panni di Grace Kelly è stata scelta Nicole Kidman, sicuramente molto brava e rassomigliante. La ricostruzione degli abiti, il trucco e la sua stessa interpretazione del personaggio che la Kidman ha studiato per mesi nei minimi dettagli, dalle movenze alla pronuncia delle parole, è sicuramente uno dei pochi punti di pregio della pellicola.
Tra i titoli di testa del film compare a chiare lettere “ispirato a una storia vera”, il che personalmente mi ha fatta pensare a come sia stato possibile abbandonare una così bella e particolare biografia per romanzarci al di sopra. Il film è concentrato nel raccontare il 1964, quando Monaco visse una profonda crisi politica per via dei difficili rapporti con il governo francese al quale non piaceva la libertà economica del principato. Il film non è la storia di Grace Kelly ma al massimo è una storia con Grace Kelly. La sceneggiatura è infatti un misto tra un giallo e un poliziesco, come tanto piace agli americani.
Il film in una parola è lento. Scene lunghe, conversazioni interminabili, primissimi piani sulla Kidman che, pur bella e brava che sia, dopo quaranta secondi di scena esclusiva diventa anche stancante! Non è un caso che il film ha subito molte critiche negative già prima della sua distribuzione dallo stesso produttore Harvey Weinsten, che ordinò un secondo montaggio delle scene poiché profondamente insoddisfatto del risultato ottenuto. Grande sbaglio è stato proprio quello di non ascoltare Weisten! Pesanti critiche sono arrivate anche dalla famiglia Monegasca che ha bocciato la pellicola definendola “di pura fantascienza”.
Personalmente mi è dispiaciuto molto aver visto sfumare l’occasione di raccontare la vita di un personaggio così importante ed amato, in modo dignitoso. Visitando spesso Monaco e la Provenza, ho capito quanto Grace Kelly sia stata veramente amata dal suo popolo il quale oltre ad averle ha dedicato strade ed edifici, la ricorda ancora come la sua Principessa.
Per questa volta mi sento di suggerire di risparmiare i biglietti del cinema, aspettando magari un remake migliore!
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