Recensione: La bella e la bestia, il film

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Negli ultimi anni la grande produzione cinematografica holliwoodiana ci ha proposto un gran numero di film basati sulle favole: Biancaneve, Alice nel paese delle meraviglie, Malefica. Sembra che i produttori cinematografici vogliano accaparrarsi quella fetta di pubblico, tendenzialmente femminile, cresciuta a Disney e biscotti e che ora sono si sente troppo grande per i cartoni animati ma al contempo troppo piccola per i “film impegnati”.

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Ci (si, ci, perché anche io sono cresciuta a Disney e biscotti) coccolano facendoci sognare ancora il mondo delle favole, dove i personaggi sono in carne ed ossa e spesso anche di notevole bellezza.

Oggi vi voglio parlare de “La Bella e la Bestia“, targato questa volta Francia con la regia di Christophe Gans. La trama, neanche a dirlo, è quella dell’omonima fiaba: pur avendo questa una storia lunghissima che si narra inizi nel 1550, quella che ci restituisce Gans è molto simile a quella disneyana.

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Con un budget di produzione di 33 milioni di dollari, i nostri cugini francesi non si sono lasciati mancare nulla, in primis gli effetti speciali. Il film è stato girato quasi completamente in studio e tanto hanno fatto gli animatori grafici creando ambientazioni, personaggi ed effetti speciali.

Cast tutto francese fatta eccezione per Eduardo Noriega che interpreta il meschino PerducasLéa Seydoux, veste i panni di Belle e il sempre affascinante Vincent Cassel è la perfida Bestia, che a mio parere sembra un micio-leone non molto pauroso. Ma i francesi sono romantici, parbleau!

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Lo svolgimento del film è a tratti lento, ma è una lentezza europea, riflessiva. Niente colpi di scena o stravolgimenti di trama solo per il gusto di dare azione. Scema molto, a mio parere, nelle musiche che non accompagnano lo scorrere del film.

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Mi è piaciuto? Ni. Una trama con una così lunga storia si presta a mille interpretazioni ma diciamo che se mi avessero offerto 33 milioni di dollari forse ci avrei pensato un po’ di più prima di distribuire il film. Di buono c’è un avvicinamento maggiore verso la trama madre della fiaba, che aveva l’intento di portare alla luce il lato animale presente in ogni uomo che diventa bestia di fronte ai propri interessi: in questo senso nel film si capiscono bene le intenzioni della Bestia di voler far innamorare a tutti i costi la ragazza per riottenere così la sua forma umana.

Lo consiglio? Sì, soprattutto a chi adora il genere fiabesco e vuole sognare ancora il principe azzurro, pur peloso che sia 🙂

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