Cedrata Tassoni, la lunga vita di un’icona liquida

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Quante cose al mondo vuoi fare? Costruire, inventare… ma trova un minuto per me! Così ogni volta che il cielo diventa di nuovo azzurro, ogni volta che i raggi del sole tornano a fare capolino emanando i primi tiepidi raggi. Il refrain scandito dalla voce di Mina riecheggia nelle orecchie sulle note musicali di uno spot tv che dagli anni ’70 è rimasto intatto e ancora oggi, con la stessa semplicità, con la stessa poesia, risveglia l’immaginario collettivo di tutti. Quella di oggi è una storia che narra con orgoglio le tappe di un’icona del gusto in grado, attraverso secoli e decenni, di stare al fianco della gente accompagnandola nel veloce mutare della società, suggerendo ogni volta stili di vita aggiornati e nuove tendenze. Tassoni c’è!

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Sembra quasi impossibile, per oltre due secoli una tanto genuina quanto forte identità, ha saputo fare breccia nel cuore degli italiani. Quando ne parlo mi accorgo che la conoscono tutti, dai diversamente giovani come me alle nuove generazioni, tutti pazzi per la Cedrata Tassoni; ogni volta che ne stappo una mi sembra di sorseggiare una parte di esistenza; la bevevo ogni pomeriggio al baretto dell’oratorio. Stessa bottiglia, stessa immagine, stesso sapore; non è cambiato nulla, eppure ho sempre quella percezione di modernità che rinfresca abitudini e risveglia atmosfere del passato.

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Per colpa di chi? Sono stati loro, i frati francescani che nel 1700 introducevano nelle limonaie sulla riviera gardesana il profumato agrume dalla lucida scorza giallo-verde estraendo l’aroma per ottenere estratti alcolici, ingredienti base dell’Acqua di Tutto Cedro. Da qui gli speziali del tempo iniziarono a valorizzarne le proprietà terapeutiche dando via alla trasformazione delle loro botteghe in farmacie. Una di queste nel 1868 viene acquisita dal nobile Nicola Tassoni che la venderà nel 1884 a Paolo Amadei, bisnonno dell’attuale titolare. Sua l’intuizione di attribuirle un carattere industriale; separa la farmacia dalla distilleria dando impulso a Cedral Tassoni, che nel 1906 sarà presente con un chiosco all’Esposizione Universale. Nel 1921 lo stabilimento industriale farmaceutico fa ingresso in una nuova fase di espansione guidata dal figlio Carlo che s’inventa un inimitabile sciroppo dal gusto originale. Ciò che accadrà nei decenni successivi è noto e vive ancora oggi.

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Lungimiranza e avanguardia di veri pionieri della modernità. Conduzione familiare, filiera controllata e garanzia di qualità. Aspetti celebrati oggi nella rappresentanza mondiale dei prodotti Made in Italy. Volontà e determinazione nel dare vita a un’azienda dinamica con gli occhi puntati sull’intero processo produttivo, dai diari di preparazione in bella scrittura alla pelatura degli agrumi, all’imbottigliamento, con l’attenzione  sempre rivolta alle esigenze dell’industria che si muove pensando al futuro e alle richieste del mercato.

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Maestri in comunicazione. Pensare che non c’era ancora la reclam, a dire il vero non c’era nemmeno la televisione. La propaganda non aveva ancora subito la metamorfosi commerciale, ma sui giornali o affissi sui muri, già si vedevano i primi annunci. Quelli che vedrete qui di seguito sono per me un grande regalo; ricercati, selezionati e passati allo scanner uno per uno dall’attuale Presidente, Michela Redini, la nipote di Carlo, l’inventore della mitica, che ho avuto l’onore di conoscere personalmente (ero anche un po’ emozionato). Delle vere rarità, parte dell’archivio sconfinato dell’azienda, alcuni ingialliti dal passare del tempo, annunci e manifesti che testimoniano il desiderio di entrare con allegria nella quotidianità delle persone.

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Signore e signori, la pubblicità! Mica quella di oggi, non era come l’attuale sistema accessibile solo dai big spender; costi bassi per piccole medie aziende fatte di menti aperte. Le sale cinematografiche iniziano a crescere e Tassoni batte tutti sul tempo. Sul grande schermo scorrono le immagini di personaggi di fantasia creati per l’occasione, nel 1958 c’era Bill il Pistolero che, laggiù nel Far West, irrompe nel saloon facendo in mille pezzi a suon di pistolettate tutte le bottiglie tranne una: quella prima si beve, poi si rompe! Indovinate quale. Con gli anni ’60 va in scena la famiglia con il più alto dei valori, l’unità; tutti insieme sul divano, quello buono, perché per la sete di casa c’è Tassoni. C’è anche al parco divertimenti, dove i bimbi si fermano solo per rinfrescarsi con lei esclamando: mamma, papà, bevete con me!



Da qualche anno il televisore ha trovato spazio nei salotti di casa, dove il gusto solare del cedro incontra i gusti più attuali dei telespettatori; Tassoni ha visto lungo, siamo nei ’70, il carosello rompeva gli schemi cambiando i connotati a un intero paese e a fare da testimonial, una sensuale e ineguagliabile Mina. La marca si consolida nell’immaginario collettivo, e la passione dei fan nei confronti della cantante lo trasforma in brand.



Qualche settimana fa, sono stato invitato a Villa Necchi Campiglio in occasione della presentazione di alcune novità, perché Tassoni non solo c’è, ma continua in grande espansione ad ampliare la sua offerta. Proprio qui Elio Accardo, il nuovo Amministratore delegato, ha svelato il segreto di una nuova fioritura. Ultimo ad entrare nella rosa delle eccellenze di casa è Fior di Sambuco. Etichetta dall’appeal vintage, gusto fresco senza stagionalità, in quel perfetto stile che si tramanda di generazione in generazione.

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Semplice o no, c’è qualcosa che si ancora saldamente nelle scelte e negli stili di vita, e li resta in perfetto equilibrio a cavallo di ogni cambiamento. Sfida il trascorrere del tempo, preservando quella forza che dà il potere di parlare un linguaggio comprensibile a tutti e in ogni epoca. E con lo spot, cult degli anni ’80, che sono certo di rivedere in tv tra qualche mese, vi do appuntamento al prossimo racconto di Contemporary Mood.

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