“La forza principale del Giappone, sta nelle sue donne, uniche al mondo”, così scriveva Ercole Patti nel 1975 in “Un lungo viaggio lontano”, e mi è piaciuto andare a scovare questa citazione perché l’ho trovata particolarmente azzeccata per l’ospite di oggi di Handmade For Future. Un viaggio lunghissimo ci porta fino in Giappone, terra antica, dalle affascinanti tradizioni che oggi, come non mai, bussano alla porta della curiosità occidentale…E così noi occidentali cerchiamo di orientalizzarci, molti lo fanno con superficialità, alcuni con passione e sincero interesse: è questo il caso di Cristina Soddu, designer del brand di sartoria creativa Astriaha’s Kimori.
Perché kimori? Vista la grossa inesperienza per tutto ciò che proviene dall’oriente (grossa carenza, vorrei rimediare al più presto), mi appoggia alla felice descrizione di Cristina che potrete trovare anche nella sezione Info della sua Facebook Fanpage: i kimori sono le sue creazioni, sono abiti sartoriali di fine realizzazione che sposano l’ideale di un abito nobile e complesso come l’haori giapponese riproposto in chiave moderna, ridisegnati perché siano facili da indossare e adatti ad ogni taglia. “Il “kimaori” resta morbido sul corpo e viene stretto da un’apposita fascia, l’obi. Ogni capo è un modello unico, confezionato con tessuti giapponesi che ne esaltano le linee rendendolo piacevole al tocco”.
Prima di dedicarci a qualche bellissima immagine dei kimori realizzati da Astriaha, modelli che trovo decisamente femminili, sexy e al contempo eleganti e “regali”, conosciamo meglio Cristina Soddu.
Come nasce la tua passione per l’handmade?
Creare non è mai stata una novità per me, più una necessità quotidiana. E non solo per il cucito. Ho iniziato con la creazione di personaggi per fotoromanzi per poi passare ai videogiochi in 3D, alle locandine per serate fantasy-horror in cinema di nicchia, alle gare di cosplay. Ecco, il Giappone è la mia grande passione. E tutto cio’ che negli anni ho “tirato fuori” è sempre scaturito dal puro divertimento e la conoscenza personale.
Sei un’artista e una creativa, che tipo di studi hai seguito?
Il mio titolo di studio è il “campo di battaglia”!Svolgevo l’attività di grafico/cartografico quando ho cominciato a seguire dei corsi di taglio e cucito. L’intero corso era diviso in 3 parti, ho seguito tutti i percorsi per diventare una sarta e poter non solo disegnare o immaginare il mio capo ma toccarlo con mano, indossarlo. Come dicevo prima, tutto cio’ che ho fatto l’ho sempre fatto per far crescere me stessa, per divertimento. I primi capi li cucivo esclusivamente per me, d’altronde un lavoro lo avevo già : )
Le tue collezioni traggono ispirazione dall’oriente, dal Giappone, dai fumetti manga: da dove nascono queste tue passioni e quale è stato il percorso che ti ha portata a inserirle nella tua carriera di creativa e stilista?
La mia passione per l’oriente nasce, come per la maggior parte dei ragazzi cresciuti come me negli anni ‘80, dai cartoni animati giapponesi, gli “anime”.
Sono stata molto influenzata de questa forma espressiva, infatti gli anime mi accompagnano tutt’oggi, ne vedo a non finire. Poi sono passata ai manga (i fumetti giapponesi), ai videogiochi e al cosplay (indossare un costume che rappresenti un personaggio di questo universo nipponico).
Poco dopo aver perso il mio ultimo lavoro, ho cominciato a partecipare al “mercatino giapponese” di Roma, con un’idea ben chiara nella testa: creare un modello unico, di “taglia facile”, che non fosse esattamente un abito tradizionale giapponese ma più un omaggio all’immaginario nipponico.
Ho voluto concepire un capo moderno, non troppo impegnativo, facile da indossare in qualunque occasione, formale ed informale.
Chi sono i tuoi clienti e che rapporti si creano con loro?
All’inizio la maggior parte dei miei clienti erano tutte persone, come me, amanti del Giappone. La maggior parte proveniva dal “mercatino giapponese” o dalle convention di comic ma pian piano la voce si è sparsa sul web. Partecipando attivamente alle varie community e social network (come Facebook e Myspace) ho scoperto come i kimori abbiano successo non solo fra gli amanti della cultura pop nipponica. Il rapporto con loro è ottimo! Forse perchè i miei modi non sono quelli di una commerciante bramosa di vendere ma di una persona che mette passione in cio’ che fa e questo il cliente lo vede e lo sente.
Per fare un esempio, proprio in questi giorni sto cucendo un kimori da sposa, la ragazza è venuta a trovarmi da Milano. Il nostro rapporto è stato amichevole da subito, tant’è che mi ha anche invitata al suo matrimonio! Di questo sono ovviamente molto felice.
Quanto è importante l’uso del web e dei social network nei lavori handmade?
Importantissimo! Diciamo che ormai l’80% dei miei clienti li trovo online… o meglio… sono loro che trovano me : ) Curo molto le mie pagine web caricando subito i nuovi lavori, le foto, le preview. Aggiorno il mio status quotidianamente e a volte creo mini-concorsi a premi (i famosi GIVE AWAY), invito le persone a partecipare ad eventi, ma senza essere invadente! (detesto lo SPAM!) Non è sufficiente però avere solo un sito o un blog: per me il cliente deve aver la possibilità di toccare con mano il prodotto, relazionarsi con esso, lasciarsi conquistare. Quindi li invito spesso a venirmi a trovare nel mio studio o ai mercatini dove sono presente, che ormai sono più che altro una vetrina dei miei lavori più che un luogo dove vendere.
Come contattare Cristina e rimanere sempre aggiornati sulle ultime novità delle sue collezioni di kimori?
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