Dopo qualche tempo di assenza causa press day feroci, saloni del mobile e deliri della sottoscritta torna la nostra amata rubrica Handmade For Future e torna ospitando una creativa che attendevo di intervistare da molto tempo e con cui è stato davvero un piacere fare questa chiacchierata virtuale.
Le si chiama Viviana Soligo, in arte La Maison Vivì, ed è archiettetto oltre che designer di gioielli. Splendidi gioielli, aggiungo io, forme essenziali ed un’eleganza innata, materiali semplici e soprattutto un’attenzione costante per l’ecosostenibilità ed il riciclo. Due temi che sono cari anche a questo blog, perché più volte abbiamo visto insieme come delle piccole meraviglie possano nascere da oggetti e materiali che chiunque altro butterebbe in pattumiera o porterebbe in discarica senza pensarci troppo. Della serie, “da un diamante non nasce niente, dal letame nascono i fior”, che mi si passi la citazione di De Andrè.
Come nasce la tua passione per l’handmade?
La mia passione per l’handemade si è sviluppata in modo quasi inconscio, come se fosse un modo di essere che è sempre stato con me e che ad un certo punto è affiorato in superfice, è stato quasi inevitabile iniziare a creare qualche cosa, sono passata dal realizzare oggetti con la carta, alla pasta di pane, alla cera, per poi arrivare a realizzare dei gioielli contemporanei con varie tecniche e materiali.
Sei un’artista e una creativa, che tipo di studi hai seguito?
Non mi sento assolutamente un’artista , preferisco definirmi un’artigiana con la passione per il desing e per i materiali. Credo di essere una persona sensibile e ricettiva, con una visione molto aperta e vivace di quello che gli sta attorno. I miei studi sono iniziati all’istituto d’arte di Venezia, ho studiato oreficeria per 5 anni e poi ho deciso che volevo fare l’architetto e mi sonso iscritta allo IUAV. Ora che faccio l’architetto invece voglio tornare a fare gioielli. In realtà quello che vorrei riuscire a realizzare è far convivere queste due mie passioni, il mio sogno è di poter riuscire a fondare uno studio-laboratorio dove fare ricerca, creare e progettare a 360°.
Proprio l’anno scorso ho avuto la possibilità di far dialogare per la prima volta il mio lavoro artigianale con il mondo dell’architettura, ho realizzato per un’importante mostra, una lampada che ho chiamato Tratto-Punto utilizzando i materiali e le forme che uso abitualmente per realizzare i miei gioielli. Un’esperienza fantastica, e quest’anno sono felice di esporla anche al Fuorisalone 2012 a Milano.
La tua produzione è fortemente improntata all’ecosostenibilità, che significato ha per te dare nuova vita ad un materiale di scarto che, altrimenti, andrebbe perso o distrutto, trasformandolo in un gioiello che invece per definizione è qualcosa di prezioso?
Si gran parte dei gioielli che creo sono fatti con materiali di scarto e oggetti in disuso.
Due anni fa ho preso una specializzazione in bioarchitettura, e quel percorso di studi mi ha portata a vedere le cose da un altro punto di vista anche in relazione a quello che creo, a volte le cose che trovo (nei modi più improbabili) hanno un potenziale enorme e sono davvero preziose…questo deve far riflettere…
Aver la possibilità di creare qualche cosa di nuovo, da un oggetto dimenticato o addirittura pronto per essere gettato per me è una sfida e uno stimolo, che inevitabilmente si trasforma in una marcia in più!
Mi è capitato anche di recente, infatti al momento sto lavorando ad una nuova linea alla quale tengo molto che prevede l’ulizzo di un materiale di scarto per me nuovo, ma che accoppiato a quelli che solitamente sono abituata ad usare, mi sta portando a dare una svolta creativa ai miei gioielli.
Chi sono i tuoi clienti e che rapporti si creano con loro?
Le mie clienti sono principalmente donne, ma soprattutto sono persone che hanno la sensibilità per capire quanto lavoro e quanta ricerca ci può essere dietro ad ogni singolo pezzo, spesso purtroppo non siamo educati per capire che un pezzo artigianale e interamente lavorato a mano ha un valore aggiunto che gli oggetti appartenenti alla produzione in serie non hanno. Quindi credo che chi sceglie un oggetto handmade per forza di cose deve avere una sensibilità per capire e apprezzare questo concetto.
Quanto è importante l’uso del web e dei social network nei lavori handmade?
Fondamentale, il web è una vetrina indispensabile per farsi conoscere, non ci sono frontiere o limiti, si arriva in ogni parte del mondo, e questo strumento se usato con intelligenza può aprire molte strade e dare nuove opportunità! Il mio blog, la mia pagina Facebook per me sono stati fondamentali, tramite questi canali ho conosciuto tantissime persone meravigliose e alcuni di questi contatti da virtuali sono diventari reali, trasformandosi anche in preziose amicizie.
Potete trovare le creazioni di Vivivana all’interno del suo curatissimo
BLOG, oppure nella sua pagina
FACEBOOK. Per informazioni su dove e come acquistare le sue creazioni contattatela via mail all’indirizzo
lamaisonvivi@gmail.com
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