Vorrei cantare insieme a voi….invece scrivo un post! Raymond Loewy l’ha definita “bottiglia perfetta” e a quanto pare aveva proprio ragione. Musa ispiratrice di grandi maestri dell’arte, dell’illustrazione e della pubblicità, la celeberrima e intrigante bottiglia Contour della Coca Cola arriva oggi a tagliare il traguardo dei 100 anni. In tanti nel corso della sua storia l’hanno colorata, svestita, rivestita, riletta e interpretata e tra questi Andy Warhol, Salvador Dalì e Norman Rockwell. La lista è interminabile.
Facendo i conti dovremmo quindi partire dal 1915, ma la storia inizia ben prima, aneddoti e curiosità che forse non in molti conoscono, anche se si parla della bibita più bevuta sul pianeta. Beh, allora vediamo un po’ chi sono i responsabili di questo fenomeno. Iniziamo dal contenuto, tutta colpa del farmacista John S. Pemberton! Era il 1886; impegnato a ricostruirsi un’esistenza dopo la sconfitta della guerra di indipendenza del sud, prepara nel giardino di casa uno sciroppo per combattere il mal di testa e lo propone a Jacob, il più grande drugstore in Atlanta di allora. Poco distante il bar di Willis Venable il quale, dopo averla assaggiata fu convinto dal suo creatore ad aggiungere dell’acqua. Da li i primi bicchieri di Coca Cola alla spina iniziarono ad essere venduti a 5 centesimi. Un vero successo, tutti pazzi per lo sciroppo allungato con acqua, felici e senza mal di testa.
Venduta al bicchiere per circa tredici anni, nel 1899 si fecero avanti due avvocati di Chattanooga, Whitehead e Thomas, seriamente intenzionati a negoziare diritti per dare alla bevanda un degno imbottigliamento. Già nel 1894 infatti, Joseph Biedenharn, negoziante del Mississipi, iniziava a venderla imbottigliandola in comuni bottiglie. Ma è nel 1915 che si fa sempre più forte il bisogno di ideare una “bottiglia dai tratti così distintivi da poter essere riconosciuta a occhi chiusi o addirittura se frantumata a terra” , e così Root Glass Company si mise sul progetto con un team composto da C.J. e William Root, Earl Dean, Alexander Samuelson e Clyde Edwards, per dare alla luce quella che in breve tempo sarebbe diventata una vera e propria icona del design internazionale.
Una vera e indiscussa protagonista principale del gusto, delle tendenze, dell’immagine lungo secoli e decenni. Silohuette e marchio inconfondibile attraversano insieme epoche innovandosi e rinnovandosi costantemente nel packaging, nei formati e nei materiali con messaggi pubblicitari dal forte appeal pop.
Tocca ora a 32 studenti dell’universo IED chiamati a rileggere la bottiglia in una personale visione futuristica per regalare a questa elegante signora che non invecchia mai, altri cent’anni di protagonismo. Per celebrare l’importante iniziativa organizzata insieme a OffiCine e The Coca Cola Company, le opere di questi giovani talenti sono state raccolte nell’ambito di Happytude, una coloratissima rassegna da poco conclusa e che ha avuto luogo negli spazi di via Scesa a Milano. Originalità e estro creativo emergono e fanno da filo conduttore in questo racconto che trae origini dal passato e si proietta in un frizzante futuro di felicità. Sarebbe bello poter parlare di tutti, ma il post assumerebbe lo spessore (se non altro per la lunghezza) di Guerra e Pace. E allora a malincuore mi faccio guidare, in questa selezione forzata, dalle cromie che maggiormente attraggono il mio sguardo. Per Diana Trifilò “Happyness is where raimbow starts” e la bottiglia diviene generatrice di onde luce che azzerano le differenze nei cieli del mondo. Anche Edoardo Gentile guarda verso il cielo unendolo alla terra passando attraverso la dimensione della felicità, dell’effervescenza, della leggerezza e del fluire. Nel suo Up&Down la bottiglia sta nel mezzo tra ciò che in alto e ciò che e in basso.
Mattia Di Staso in collaborazione con Ilaria Lucchin trasforma la bottiglia in Serendipity, binocolo magico per osservare da vicino ciò che al mondo rende felici. Silvia Radice si cimenta invece in una esplosione di luce che genera gioia con Flowerishhhh. Emozioni luminose che fuoriescono dall’iconica lady di vetro.
Nell’immaginario di Giada Catellucci la Coca Cola dona sorrisi e innalza muri di felicità, in compagnia di Ilaria Di Paolo, Martina Savoldelli e Pierpaolo Moschino crea Smiling Wall. Mentre per Francesca Perversi la felicità è indeterminabile, è in ognuno di noi e la riscopriamo nei momenti di condivisione, per cui una multi color bottle ci sta proprio.
Giorgia Toscani sostiene che la felicità ce la portiamo addosso come un bel vestito, come un’abitudine, come un qualcosa a cui non possiamo rinunciare, il suo Made in Happyness riflette in modo chiaro questa filosofia. Per Giorgia Baldini ancora la felicità consiste nell’aderire pienamente alla propria natura e la bottiglia della Coca Cola che rende possibili infinite combinazioni, diviene così, in Paradise, essere umano in un inconsueto, ma se volgiamo anche canonico, accostamento.
Happytude ha chiuso i battenti da qualche giorno ma all’interno del padiglione The Coca Cola Company a Expo 2015 la storia continua. Sostenibilità, riciclo, energia, arte sono i temi principali di un percorso cadenziato da performance, mostre e giochi interattivi da non perdere. Io ci sono stato e mi sa che ci ritornerò. Per il momento è tutto ci ritroviamo la settimana prossima per una nuova storia di Funk Design.
Salute e felicità!!!
Condividi:
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Altro