Un attimo, non è mica tutto così veloce. Se proprio vogliamo prenderla dall’inizio dobbiamo tornare indietro di “ben” due secoli. Nasce tutto infatti nel 1872 quando un falegname danese decide di aprire la propria officina del legno. La sua notorietà esplose qualche anno dopo quando nel 1915 presentò la prima sedia curvata a vapore. Da piccola bottega a icona di modernità il passo è breve. Oggi il marchio di Fritz Hansen rappresenta un patrimonio storico e culturale che si è evoluto a colpi di innovazione.
Altro che falegname, lungimiranza allo stato puro. E la storia si impreziosisce negli anni al fianco di grandi nomi dell’architettura e dell’interior design tra i quali Bruno Mathsson, Cecile Manz, Christian Dell, Jaime Hayon, Piero Lissoni. Solo alcune delle eccellenze messe in campo dove spicca uno dei miei preferiti: Arnie Jacobsen.
Tra i fautori dei movimenti d’avanguardia che hanno caratterizzato i primi anni venti del secolo scorso, il designer e architetto danese realizza nel 1957 per Fritz Hansen, la sedia Gran Prix con le gambe in legno. Ancora oggi un evergreen del design scandinavo.
Ma veniamo al dunque, mi ero ripromesso di non parlare di sedie almeno per un mese, ma quando ho visto questa non sono riuscito a resistere al suo fascino. Per rilanciare la versione originale degli anni ’50, Fritz Hansen affida al designer milanese Diego Grandi la direzione artistica di un sorprendente progetto dallo sfondo benefico.
Osserva l’iconica sedia che evoca sinuosità tipiche del corpo umano e decide di partire proprio da qui. Per esaltarne l’autenticità cosa meglio di un segno intimo e incancellabile da incidere direttamente sulla superficie come se fosse pelle? Non resta altro che chiamare uno dei massimi rappresentanti dell’arte del tatuaggio, Pietro Sedda che ama definirsi pittore e artista visivo. Nove le sedie che appartengono a questa collezione, le tratta come fossero delle figure umane, dei corpi da decorare.
Sedda si fa interprete di un lungo cammino attraverso epoche e scenari dando libero sfogo a un immaginario del tutto personale affrancato a luoghi, memorie e sogni. Un passato che racconta di un presente che è stato e che mai più sarà. Una visone dal mood nostalgico, un filo sottile che unisce e accomuna ogni elemento.
Come brevi novelle, ogni pezzo, unico e irripetibile, racconta una storia, un favola scritta come si faceva una volta, con l’inchiostro. Complementi narranti che grazie a tecnologie produttive ritornano al fianco della più attuale versione con le gambe cromate. Le troviamo in due declinazioni con rifiniture in rovere e noce o laccata in poro aperto in nove colori, tutte in legno o con seduta e schienale rivestiti in pelle.
Le Grand Prix tatuate saranno in mostra fino al 13 novembre nello store di Republic of Fritz Hansen a Milano in corso Garibaldi e saranno vendute attraverso un’asta aperta durante tutto il periodo dell’esposizione e alla quale si potrà accedere collegandosi alla piattaforma web CharityStars. Qui si trova tutto ciò che non è ufficialmente in vendita, insomma il luogo dove i sogni irrealizzabili possono avverarsi. I proventi saranno devoluti a DynamoCamp, associazione che si prefigge l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita di bimbi affetti da gravi patologie oncoematologiche attraverso la Terapia Ricreativa.
Quasi, quasi mi allaccio alla piattaforma! Funk design torna la settimana prossima.
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