Dirompente, dissacrante e ironico, Diego Maria Gugliermetto colora lo stand di Homi con la collezione G-Experience. Nascono dalla duplice sensibilità di artista e designer, gli iconici imbottiti che affiancano spirito ludico a funzionalità. Pezzi unici e multipli d’autore dal suo laboratorio di idee che si svincola dalle teorie del marketing per lasciare spazio a una vena creativa non convenzionale.
Si è appena conclusa la prima edizione del 2016 di Homi che sembra essersi risvegliata dal torpore degli ultimi anni. In effetti, girando per padiglioni tra gli stand mi è sembrato di cogliere un mood frizzante circondato da un certo entusiasmo collettivo che mancava da un po’. Così nel mio girovagare senza sosta il mio sguardo viene catturato da una macchia di colore che mi fa venire l’acquolina in bocca, Possibile?
Do un’occhiata, mi addentro nello stand, tocco con mano ma oltre all’impatto visivo e all’esperienza tattile c’è di più, molto di più. Infatti, ciò che sto per raccontare ha origini indietro nel tempo. I fratelli Gugliermetto producono e si divertono nel loro laboratorio atelier di Gosso in provincia di Torino dall’inizio dei ’50, lo stesso che vent’anni dopo diventerà l’azienda di famiglia, la Gufram, ceduta poi nel 2004 a Poltrona Frau. Ma è nel 2012 che decidono di riprendere quel progetto originale di sperimentazione e ricerca richiamando intorno a sé i creativi ai quali diedero fiducia in quell’epoca. Gianni Arnaudo, Ugo Nespolo e Piero Gilardi tornano a far parte della scuderia torinese dell’Art Design per dare continuità al fermento delle maestranze artigianali del Made in Italy che incubava nell’era del design radicale. Nasce quindi G-Experience Lab
E incontro lui, l’erede dei fondatori di una delle più importanti industrie italiane nel settore dell’imbottito. A Diego Gugliermetto piace la definizione di artista, anche se a tutti gli effetti è un designer, va oltre alla bellezza pensando alla funzione. Guardando una serie di matitone colorate entro a gamba tesa “sono per bambini!” esclamo; “No sono per il bambino che c’è in te!” risponde. ah beh!. Come tutti i complementi d’arredo della collezione, sono realizzati a mano in poliuretano e rivestiti con tessuti elastici e colorati. MaTito, MaTilda e MaEstro tra le novità firmate da lui insieme agli artigiani del laboratorio, un gruppo di sedute che evocano i tempi lontani della scuola; esempio di creatività che in pochi tratti realizza idee comunicabili. Possono stare vicine come in un astuccio o disgregarsi nello spazio.
Sembra quasi un gioco, mentre osservo i vicini pouf a forma di bignè anticipa la mia domanda “ecco ad esempio quell’idea è nata in una domenica di noia”, immagino come possa essere andata a finire. Ai classici di piccola pasticceria e cioccolatini della serie Big Eat quest’anno si affiancano anche il creme caramel e la panna cotta che firma insieme a Greta Zucchini e Andrea Faroni. C’è anche l’immagine ludica della bomba, quella fumettistica che da decenni fa parte dell’immaginario collettivo di intere generazioni. La sua La Bum però non esplode anzi si lascia cavalcare con ironia e volendo può diventare ancora più inoffensiva nella versione colore. Le indica con il dito e mi dice “la bomba è nera, perché quella di fianco è fucsia?” indugio e anticipa “perché è una bomba sexy!”
A Homi Gugliermetto presenta anche i classici più rappresentativi della produzione Art Design e in uno stand dedicato ritroviamo Papì di Gianni Arnaudo, è l’archetipo delle poltrone e dei divani classici ironicamente rinnovati con rivestimenti multicolor che rispecchiano al meglio la vitalità e l’allegria degli italiani. C’è anche Green, Piero Gilardi si ispira allo scoglio di malachite; nella sua visione affiora dal mare dopo un’eruzione diventando un fiore di roccia levigato dalle onde che disegnano la sedia e scavano nicchie nello schienale, per ospitare piante. Una rappresentazione della natura che si rigenera. Non poteva mancare Ugo Nespolo, Lavorare Lavorare, riprende le suggestioni della scultura realizzata nel 1998 e posizionata sul lungomare di San Benedetto del Tronto. Rimpicciolita è stata inserita nello schienale di una poltrona essenziale dal piglio futurista, invita a scoprire nuove prospettive attraverso il potere dell’immaginazione.
Chi mi conosce bene, lo sa. Potrei farmi sfuggire qualcosa che anche lontanamente abbia la parvenza di una tavoletta di cioccolato? Cioccosofà è un divano ma può essere anche chaise longue e io mi fermo qui e non mi alzo più!
Funk Design torna la settimana prossima. Stay tuned!
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