Leggendo questa storia immagino trapezisti affrancanti l’uno all’altro che si librano in volo quasi a sfidare l’aria, liberi da schemi. Piccoli voli che sembrano rivoluzioni sottili, impalpabili. Quelle che spesso cambiano l’essenza delle cose. La pensano così Ivan Lolli e Mario Memmoli, architetti rivoluzionari. La loro storia inizia vent’anni fa, nel pieno degli anni ’90, fresca, ritmata e forte di significati.
Il minimalismo imperava in quell’epoca, spesso gli interni erano simili a scatole vuote, bianche più che minimali direi eccessivamente essenziali, metalli cromati, legni laccati, spigolosità in ogni angolo. Tutti quanti influenzati da un’estetica rigida, tanto forte nell’impatto visivo, quanto vuota, e troppo spoglia per il vivere quotidiano. Ivan e Mario conoscevano bene le esigenze abitative dell’epoca ma la passione ebbe la meglio su ogni regola.
Una rivoluzione sottile, piccoli cambiamenti che traghettano la tradizione nella contemporaneità, un lampadario di cristallo di Boemia per cambiare la sostanza mantenendo la bellezza senza tempo. E così al cristallo regalano un’insolita leggerezza, lo liberano dal peso corporeo cancellando ogni forza gravitazionale e gli chiedono di giocare con la luce stando sospeso nell’aria. Una risposta decisamente autonoma alle tendenze dei tempi.
Ed ecco, trascorsi vent’anni, consolidarsi un sogno divenuto via via realtà. Bagliori e ombre permettono alla memoria di riaffiorare dalla modernità. I lavori di Lolli e Memmoli spianano la strada ad una nuova illuminazione, difficile definirla, scompaiono le strutture, destrutturano non per vezzo ma per dare spazio a trame libere da griglie e orchestrare sistemi di luci sempre diversi. I cristalli si legano gli uni agli altri e diventano corpi asimmetrici, vere e proprie sculture. Il look prezioso che evoca quello degli antichi fasti dei maestri vetrai nelle corti reali, valorizza sapienza artigiana, volutamente manuale ancora oggi.
E così la luce smaterializza la massa, cade verso il basso, goccia dopo goccia, disegnando una stalattite sospesa. Caifa Square, a sospensione, è un giro di cristalli che si sovrappongono, stratificando una coltre sempre più trasparente, fino all’ultimo pendaglio che sfiora il pavimento.
Nella lampada da terra Aires FH i cristalli diventano parte di una superficie continua e morbida come una pelle che riveste uno scheletro di metallo. Il profilo sinuoso svela un rivestimento di gemme così leggero da non potere opporsi neanche all’aria, una tensione armonica e simmetrica che sembra sospesa.
Eppure sembra una sfera. Phebo circle è una moltitudine di tessere affiancate secondo geometrie e proporzioni che sfidano la percezione visiva della forma, racchiusa da cilindri appare una sfera che si svela nella sovrapposizione a scalare, dove la rifrazione del cristallo trasmette luce a ogni strato.
Una visione del tutto originale verso una innovazione lenta che si arricchisce oggi con ispirazioni multi culturali e da forma a Viet, l’ultima nata tra le collezioni. Perfetto equilibrio stilistico, unione di tradizioni occidentali e orientali. Lampadari a forma di lanterna, una sorta di tenso-struttura dove una maglia di cristalli resta sospesa in un gioco di pieni e vuoti che sprigiona una sfolgorante brillantezza e riflette bagliori grigio titanio, bronzo e oro pallido.
I contorni tipici della lampada asiatica disegnati da una moltitudine di cristalli, creano forme che strizzano l’occhio alle proporzioni classiche dei lampadari stile impero.
…e Funk Design vi aspetta mercoledì prossimo.
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