Trasparente come Kartell, 15 anni attraverso la materia

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Una storia narrata tra il chiaroscuro di effetti di luce e ombre conduce in un viaggio attraverso icone pop che si conclude con una sintesi quasi matematica: materia meno peso uguale forma pura. In un video Kartell celebra la trasparenza, 15 Years of Tranparency, racconta il policarbonato trasparente che ha ridisegnato lo stile dell’abitare e del vivere quotidiano. Un concept progettuale rivoluzionario che sfida tecnologia ed estetica.

Kartell-15-Years-of-Tranparency

Ma come accade per tutti i movie che si rispettino, non può mancare la presentazione del cast: tredici vere stelle da red carpet, anche se una nomination come attori non protagonisti è tutta per loro: Laviani, Quitllet, Starck, Urquiola, Wanders e Yoshioka. In rigoroso ordine alfabetico sono loro, complici gli innovativi processi di iniezione a stampo unico, ad aver regalato quell’inedita e inaspettata consistenza alla trasparenza.

Kartell

Kartell

La vera storia del brand è molto più lunga, ha inizio sul finire del secondo dopoguerra, poco prima del boom. Noviglio 1949. Giulio Castelli, ingegnere chimico, inizia la sua attività producendo articoli casalinghi e accessori per auto in plastica. Gli anni 70 consacrano l’azienda nello scenario del design internazionale come simbolo del Made in Italy. Il MoMA vuole i pezzi disegnati da Aulenti, Sottsass e Zanuso. Di quest’ultimo la Child Chair impilabile, tra i tanti pezzi ancora oggi parte della collezione permanente del museo. Usa tecniche di lavorazione utilizzate abitualmente in altri settori e fa della plastica un indiscusso cult per il living moderno.

Giulio-Castelli

Kartell-Child's-Chair-by-Marco-Zanuso

La prima sedia al mondo completamente trasparente arriva nel 1999, La Marie è  firmata da Philippe Starck ed è il risultato di un’attenta ricerca sul materiale. Resistente, solida ma allo stesso tempo leggera piace anche nelle versioni fluo. Dallo stesso, la Louis Ghost, oramai un classico per il design contemporaneo, dal 2002 strizza l’occhio con ironia a Luigi XV e al barocco. La storia continua nel 2004 quando Ferruccio Laviani firma per Kartell la lampada Bourgie. Forme nobili abbinate a materiali contemporanei giocano insieme creando inaspettati e sempre nuovi riflessi di luce.

Kartell-La-Marie-by-Philippe-Starck

Kartell-Louis-Ghost-by-Philippe-Starck

Kartell-Bourgie-by-Ferruccio-Laviani

La famiglia Ghost cresce nel 2005 quando Starck disegna Francois e Victoria. Il primo è uno specchio da parete di forma rettangolare e ricorda le cornici in cristallo molato. La seconda è una seduta, sorellina di Louis, anche questa sintetizza atmosfere classiche per trasferirle in ambienti aggiornati. Una silhouette senza tempo che si inserisce con decisione anche in spazi iper-tecnologici.

Kartell-Francois-Ghost-by-Philippe_Starck

Kartell-Victoria-Ghost-by-Philippe-Starck

Marcel Wanders invece disegna nel 2007 lo sgabello Stone. La sua forma è semplice, ricorda vagamente quella di una clessidra, al contrario la superficie si presenta con un aspetto straordinario dalle mille sfaccettature geometriche sorprendendo con effetti di luce e giochi di colore. Ancora di Starck, questa volta insieme a Eugeni Quitllet, Mr. Impossible, raffinata poltroncina del 2008, rappresenta una missione impossibile, almeno all’apparenza. Unisce senza l’uso di colle due scocche trasparenti di diversi colori, donandole un attraente aspetto tridimensionale.

Kartell-Stone-by-Marcel-Wanders

Kartell-Mr-Impossible-by-Philippe-Starck-Eugeni-Quitllet

Sempre dalla stessa coppia di designer, il comò Ghost Buster del 2010. Una rivisitazione del cassettone in stile Kartell che gioca sull’alternanza di angoli e curve. Lo troviamo anche in versione night table, un piccolo cubo con il fronte aperto, che si inserisce facilmente in qualsiasi angolo. Presente in catalogo nella versioni trasparenti e colorate in rosso, giallo, viola e fumè.

Kartell-Ghost-Buster-by-Philippe-Starck-Eugeni-Quitllet

Kartell-Small-Ghost-Buster-Philippe-Starck-Eugeni-Quitllet

Un’importante novità arriva nel 2012 quando Tokujin Yoshioka disegna Invisible Table, il primo tavolo trasparente monoblocco in plastica. Pratico e stizzoso, si fa notare per la sua disarmante semplicità. Eugeni Quitllet torna nel 2013 ma questa volta lo fa da solista per firmare I Shine, U Shine, una collezione di vasi decorativi in metacrilato trasparente, di forte ispirazione Decò. La linea è arricchita da centrotavola che presentano affinità geometriche che li rendono complementari su ogni piano.

Kertell-Invisible-Table-by-Eugeni-Quitllet

Kartell-I-Shine-U-Shine-by-Eugeni-Quitllet

E arriviamo a oggi dove tra le novità del 2014 troviamo ancora una volta Starck che realizza Uncle Jim, Uncle Jack. Un rivoluzionario divano che si completa con la sua poltrona. Accogliente ed elegante trasferisce sensazioni di comfort e rappresenta l’esempio più audace al mondo di tecnologia ad iniezione. Di Yoshioka la collezione Sparkle, sgabelli e tavolini plissettati che diventano veri e propri gioielli per la casa. Ma nel viaggio attraverso la trasparenza non poteva mancare Patricia Urquiola. Sua la serie Jelly, vasi e piatti con superfici texturizzate che regalano insoliti effetti tattili ed estetici.

Kartell-Uncle-Jack-by-Philippe-Starck

Kartell-Uncle-Jack-by-Philippe-Starck

Kartell-Sparkle-by-Tokujin-Yoshioka

Kartell-Jelly-by-Patricia-Urquiola

Funk design vi da appuntamento alla prossima settimana e vi augura buona visione!

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