White Flag: design e Utopia alla London Design Biennale

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Se Milano è riconosciuta come la capitale italiana del design, Londra punta decisamente più in alto candidandosi a palcoscenico mondiale. In attesa del prossimo London Design Festival, ha aperto i battenti della Somerset House, la prima edizione di London Design Biennale in programma fino al 27 settembre. Utopia by Design il tema di quest’anno che racconta di uguaglianza e sostenibilità. Installazioni e mostre di oltre 30 paesi. A rappresentare l’Italia, il TDM Triennale Design Museum con il progetto White Flag.

white flag design utopia

Un balzo nell’Inghilterra del XV secolo per celebrare il 500° anniversario di Utopia il classico di Thomas More. L’ottimo luogo che non c’è, dove regna la cultura e l’uomo sta in pace, ispira White Flag, L’istallazione che parla italiano è curata da Silvia Annicchiarico e Giorgio Camuffo. 20 giorni di esposizione, 20 designer italiani. 20 come i giorni di durata della rassegna. Ognuno chiamato  a rileggere una bandiera bianca caricandola di senso, segni e significati. È il valore della tregua la metafora dell’Utopia individuata dai curatori, per comunicare nuovi atti di decostruzione.

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Il layout di White Flag rappresenta una mappa geografica del mondo sulla quale sventolano bandiere bianche. Tuttavia la resa è sottile e ha un tempo limitato. Ogni giorno ne scompare una lasciando spazio a un oggetto disegnato per l’occasione dallo stesso designer. Uno scambio simbolico, una sorta di offerta che apre al dialogo e al confronto, rifiutando modelli impositivi che promettono nuovi mondi. Alzare bandiera bianca, deporre le armi è tensione verso qualcosa. Verso quella convivenza dove l’esistenza di uno non estingue l’altro. L’ultimo giorno White Flag diverrà un paesaggio oggettuale, un offertorio generato nel breve tempo di una tregua.

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White Flag vive in uno spazio di concetti e visioni. Qui lo sguardo è attratto da forme che si palesano nella loro essenza, che si lasciano scoprire lentamente o che richiedono intuito per leggere i significati attraverso le mappature mentali dei creatori. Gio Tirotto intende la bandiera bianca come strumento, la paragona a una vela. Porta in mezzo al mare, dove poter ammirare le stelle. E ammirarle significa arrendersi alla consapevolezza che siamo tutti sotto lo stesso cielo. Coexist è il suo strumento che decostruisce e unisce.

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Schizzi, appunti disordinati, nessi a comporre un percorso creativo e progettuale che si svela giorno dopo giorno. Utopico e distopico Ausykium Sea(K) di Gionata Gatto racconta di flussi migratori nel Mediterraneo, mare di connessioni, transito e cambiamento. Lo fa tratteggiando una bandiera che si trasforma in nave, il mezzo che accoglie chi allo stesso tempo parte e arriva. Void dello Studio Sovrappensiero idealizza un processo di cancellazione dei modelli. Una bandiera incorniciata da un sottile filo di metallo. Una volta rimossa resta il vuoto. Sulla mappa si erige al confine tra Ungheria e Serbia sulla rotta dei Balcani, laddove un muro azzerava ogni speranza di vita sulla via di fuga.

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Francesca Lanzavecchia pensa all’Equilibrio. Quello tra il gioco forza di due utopie. Sospendono il giudizio fissandosi immobili in una tangibile tensione. Finita la tregua tornano instabili in attesa di una nuova collaborazione fattiva attraverso le sembianze di una ludica rocking chair. Una tregua costruita da due entità in conflitto è la sintesi del progetto Keystone di 4P1B per White Flag. Si immaginano un cantiere dove issare una bandiera bianca quando si depongono le armi e si decide di costruire. Resterà un ponte, dove incontrarsi al centro.

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Un’asta fragile quanto lo è la pace. Precaria ma con una naturale attitudine alla stabilità. Fragile Peace di Alessandro Stabile è un pennone in vetro che si origina dall’allungamento di un’ampolla che poi resta per essere utilizzata come brocca per l’acqua. Acqua che versata nella giusta quantità la mantiene salda al pavimento per resistere alle forze esterne che vorrebbero abbatterla. Perde il suo valore simbolico quella pensata dallo studio Associato Misto che a White Flag porta Flag Pack. Una riflessione sulla responsabilità del designer nel dibattito sulle abitudini di consumo. Diventa un prodotto da assemblare utilizzando gli strumenti contenuti in un kit.

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Il Linguaggio dei Fiori è quello parlato da Cristina Celestino per rappresentare a White Flag la sua idea di utopia. Fragile ma universale, appiana le divergenze, attenua i contrasti. La bandiera lo supporta, lo protegge, lo avvolge creando uno spazio di dialogo. Di tessuto, è ricoperta di anemoni di carta bianca. Abbandono, attesa e speranza i significati di questo fiore. Svela un vaso olfattorio dove all’interno una dalia mostra segni di gratitudine e riconoscenza.

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L’installazione di Francesco D’abbraccio a White Flag incarna i concetti di innovazione e sperimentazione. Bodies are temporaries/Data is Forever raggiunge il cuore del dibattito sulle nuove tecnologie e il vivere quotidiano. Ogni azione è un dato da raccogliere e disseminare. Il suo non è un giudizio, ma una resa alla datificazione dell’essere, dove la fragilità di corpi e emozioni è sublimata nell’eternità dei dati. In un video olografico la bandiera bianca che sventola e l’abbraccio tra madre e figlio trasfigurato da uno scanner 3d e trasformato in scultura.

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Da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni. L’aforisma marxista muove l’idea di Marco Campardo e Lorenzo Mason sul planisfero di White Flag. Una chiamata al dialogo tra le differenti frazioni della società. Un invito alla collaborazione e alla condivisione scritto su una bandiera bianca, supportata da esili aste che intrecciandosi danno forma a un luogo di incontro. Come in un democratico agorà.

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Per completare questa mappatura in divenire, tra i designer e gli studi selezionati per la London Design Biennale sono presenti anche Antonio Aricò, Matteo Cibic, CTRLZAK, Alessandro Gnocchi, Lucia Massari, Giacomo Moor, Eugenia Morpurgo, Zanellato e Bortotto, Folder e Rio Grande. Basta mi arrendo! Funk Design riparte da qui dopo la pausa estiva. Ci vediamo la settimana prossima, stay tuned!

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