Non sono abituata a tutto questo calore intorno.
Non che non ne abbia, anzi, ho sempre ricevuto un enorme dose di affetto e “coccole” per il mio compleanno, ma questo è il primo che mi trovo ad affrontare con una dose di presenza online che mi rende esposta alla simpatia (o antipatia) di tantissime persone rispetto a quelle che erano nella mia cerchie di conoscenze fino a solo un anno fa.
Colgo l’occasione del mio 26esimo compleanno per fare anche un bilancio di questa esperienza da blogger, iniziata per gioco e finita con l’essere un lavoro, prima secondario, poi sempre più preponderante, fino a farmi prendere qualche giorno fa la decisione di aprire la partita IVA e mettermi definitivamente in proprio.
Scrivo questo post da lavoratrice precaria con due anni di deambulazioni ansiolitiche tra contratti a progetto, lavoretti in nero, scazzi, pianti, delusioni, viaggi infiniti nei meandri della burocrazia e legislazione italiane.
Scrivo questo post un po’ per dire che il mondo del fashion blogging non ho ancora ben capito come venga percepito dall’esterno, ma non è un mondo fatto solo di lustrini, paillettes (o borchie a seconda dei gusti), eventi, party e champagne, è anche un mondo animato da ragazze che hanno deciso di provarci. Molte di noi studiano o hanno studiato per sapere gestire un sito web con relativi linguaggi di programmazione, usare photoshop per proporvi foto e grafiche gradevoli. C’è chi studia ogni giorno le evoluzione dei social media, c’è chi ha fatto un lungo lavoro di PR per conquistarsi la fiducia e l’accettazione da parte degli uffici stampa ancora molto legati alle testate tradizionali. Ci piace la moda, ma soprattutto ci piace essere professionali, e ci da molto fastidio essere trattate come articoliste di serie B, o ancora peggio ci da fastidio che ancora molti diano per scontato che lavoriamo gratis pur sapendo benissimo che la redemption dei nostri siti al giorno d’oggi è spesso molto più utile ad un’azienda della cara e vecchia carta stampata.
Insomma, c’è dietro uno sforzo. Per me non è più solo un divertimento, è un lavoro a tempo (quasi) pieno, una piccola “fatica” che ora sta dando i suoi frutti e mi sta facendo passare la gastrite cronica di cui ho sofferto con i suddetti contratti a progetto et similia. Tutto questo pippone per dire cosa?
Che sognare si può ancora, e a talvolta anche realizzare i propri sogni, o inziare a realizzarli. Che più vagavo nel malato mondo del lavoro, più mi rendevo conto che l’unico modo per uscirne per noi giovani è imprendere, non farsi abbattere ed essere propositivi. Ci saranno sempre chissà quante persone che cercheranno di farci sentire piccoli, immaturi, inutili e incapaci, ma dobbiamo fregarcene, perché non è così e perché, come diceva la mia mamma quando avevo paura di affrontare una persona, “anche lei si siede sul water tutte le mattine esattamente come te”.Forse una metafora poco poetica, ma che rende l’idea. No?
Tanti auguri a me che sono riuscita a dare una svolta alla mia vita proprio in occasione di questo 26esimo compleanno, e tanti auguri e incoraggiamenti a chi sta cercando la spinta e la motivazione per farlo!
Un grazie di cuore a tutti quelli che oggi mi hanno rivolto un pensiero, una parola e un messaggio. Gli amici stretti, quelli di una vita, la mia famiglia e il mio ragazzo sono coloro che mi hanno sostenuta fino a qui e so che continueranno a farlo. Tutte le altre persone meravigliose che ho avuto la fortuna di conoscere quest’anno si meritano un grazie per la fiducia che hanno messo nelle mie capacità, per l’affetto, la riconoscenza, i valori condivisi.
Grazie davvero a tutti!
E con questo discorso avrei anche potuto vincere Miss Italia #sapevatelo (Twitter docet!)
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