Ogni estate ha il suo ballo, no? Dalla macarena al waka waka nel corso degli anni ne abbiamo viste davvero di tutti i colori, di tutti i ritmi, di tutte le sfumature del trash. Questa estate, almeno per me, è stata diversa, ho ascoltato le mie playlist di Spotify e nello stabilimento balneare in cui sono andata, per fortuna, non c’era la radio a tutto volume e sparare i ritmi latino americani.
Sono stata pressoché sola per 15 giorni, immersa in un’atmosfera anni ’60, cercando di abbronzarmi il più possibile in modo da scacciare via quell’odiosa immagine di donnina grigio-verde che si vedeva nello specchio. Ho pensato molto, ho letto, tantissimo. Ho letto anche articoli di giornale, di blog, post sui vari Social, mi sono fatta delle idee. Ho scattato moltissime foto, come al solito, forse anche troppe. Ho usato le Birckenstock e gli shorts di jeans 15 giorni su 15 e non penso che sarò più in grado di affrontare altre scarpe, che siano scarpe nel vero senso della parola.
Ho notato che vi siete tutti inviperiti per Aurora Ramazzotti che presenterà la striscia daytime di X-Factor. In effetti son problemi eh, ma problemi seri. Roba che proprio sarebbe bene fare un’interrogazione parlamentare. É una ragazza sveglia, che spopola sui Social, si fa bellamente i cavoli suoi e fino ad ora non ha mai sfruttato il nome del padre o della madre. Eppure voi avete deciso che Eros Ramazzotti ha telefonato alla produzione dicendo “O prendete mia figlia o non vengo ospite alla finale” o qualche altra stronzata del genere, quando, invece, è molto più probabile che gli autori, furboni, abbiano pensato, perché non chiamiamo la “figlia di” che spopola sui Social a condurre il daytime? Così scateniamo un bel po’ di attenzione prima sul programma e creiamo quel movimento che ci serve e quella curiosità che, da sempre, ogni anno, attira anche i curiosi verso un simpatico abbonamento Sky, fosse anche solo per la durata del programma. Eddai su, ogni scusa, in Italia, è buona per parlare di raccomandazioni, anche prima che le persone accusate abbiano la possibilità di dimostrare cosa sono in grado di fare.
Ho notato che avete mostrato tette e culi in dosi abbondanti, salvo poi criticare le immagini di chi ha fatto lo stesso. Ho notato anche che avete scritto spesso “pausa social, da oggi non mi sentite più fino a settembre” e poi avete condiviso ogni singolo istante delle vostre vacanze, riuscendo nel contempo a criticare chi al posto di vivere le ferie le condivideva a mezzo Social. Insomma ho notato che in giro c’è un po’ di confusione e di incoerenza generali, ecco. Io, almeno, non ho annunciato pause Social e ho condiviso i momenti che mi andava di condividere, anche per sentirmi meno sola (che tristezza eh?), ma sicuramente per qualcuno avrò condiviso troppo. E il cane continua a girare in tondo mordendosi la coda.
Ho dovuto assimilare il fatto di rimanere single alla soglia dei 30 anni. Ancora sto cercando di capire come uscirò da questo buco nero fatto di gente che ti stalkera su Instagram mettendo mi piace ad ogni singola foto e poi ti contatta chiedendo se hai mai preso in considerazione l’idea di una cosa a tre. Ed è magari anche anagraficamente più adulta, proprio in quella fascia di età che tu ti aspetti possa forse riservarti qualche buona nuova per un futuro da non zitella totale. Ho notato che, dall’ultima volta che sono stata single tanto tempo fa, gli approcci e i modi sono cambiati moltissimo e che, se non mi piacevano allora, mi piacciono ancora meno adesso.
Ho osservato bambini tra i 7 e i 10 anni giocare in spiaggia riversando gli uni sugli altri una quantità di parolacce tale che nemmeno nei peggiori bar di Caracas, con genitori disattenti che si scambiavano pettegolezzi sul costume indossato dalla vicina di ombrellone. Ho osservato adolescenti attaccati agli smartphone h.24 e li ho sbirciati nascondersi negli anfratti delle cabine degli stabilimenti per mandare selfie in costume alla conquista di turno. Ho visto coppie, tantissime coppie, apparentemente infelici, litigare in spiaggia e ignorarsi bellamente per intere giornate. Questo un po’ mi ha consolata eh, almeno, ho pensato, i miei/nostri problemi li abbiamo affrontati, anche se è finita in un mare di sterco.
Ho avuto anche una vecchietta invadente, come vicina, che voleva a tutti i costi mettermi la crema solare sulla schiena e mi sollevava la ribaltina del lettino mentre ero intenta a leggere riversandomi addosso un fiume di parole incoerenti sulla sua vita passata, presente e futura. Insomma, ho visto un po’ in faccia la solitudine, che è una cosa stranissima. É una cosa a cui ti abitui anche piuttosto in fretta, perché ha all’interno degli aspetti di indipendenza notevoli e liberatori, ma che ti lascia sempre in bocca un dolce amaro che a fine giornata o è stucchevole, o è indigesto.
Ho pensato di andarmene, in un paese straniero. Trasferirmi per trasferirmi, mi sono detta, tanto vale che faccia le cose in grande. Poi ho capito che sarebbe stata una fuga bella e buona e ho abbandonato il pensiero. Ho pensato di darci un taglio con questo lavoro folle, e iniziare a fare altro, o tornare nell’ombra e nella sicurezza di un’azienda o di un’agenzia, poi ho pensato che con il carattere di M che mi ritrovo resisterei meno di un giorno. Ho pensato a come era la mia vita “prima di”, a livello di amicizie e rapporti e mi sono accorta quanto io mi sia annullata come persona in questi anni, l’amore talvolta ti porta a fare questo e quando hai poco tempo scegli, in modo quasi obbligato, lavoro e coppia. E tutto il resto? Insomma, questa estate non ho ballato, ma ho capito, che anche nel momento peggiore della tua vita, può esserci un bello nell’estate, ovvero quello di avere il tempo di fermarti a pensare, anzi, scontrarti con i pensieri e non poter scappare. Se non puoi scappare li devi affrontare, mettere in ordine, cercare delle risposte, incolonnarli, esorcizzarli, polverizzarli, il bello della mia estate è aver, almeno, intrapreso il percorso, che, lungi dall’essere concluso, ha la parola “Inizio” al suo fianco. Dicono che a scrivere io sia un po’ brava, quindi non mi resta che iniziare a buttare giù i primi capitoli.
Punto-a capo-lettera Maiuscola.
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