Se è il costume a provare te e non tu a provare il costume

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Giusto ieri chattavo con un’amica che mi invitava ad un pomeriggio in piscina con lei e la sua bimba. L’idea mi è sembrata molto allettante, fino a quando mi sono trovata a pensare, e a scriverle, “Credo che quest’anno sarà il costume a provare me e non io a provare il costume“.

Gioco di parole…..ok, ci siamo tutti? Bene.

É stato un anno di merda difficile, mentre l’anno scorso veleggiavo ancora nella soddisfazione di una dieta ben riuscita quest’anno sono stanca, mediamente depressa, con delle occhiaia power, una gamba gonfia a causa di un edema che non se ne vuole proprio andare, mi sento gonfia, appesantita e mi sta pure tornando la sindrome delle braccia (aka, conoscendomi, morirò di caldo e non porterò né abiti né bluse senza maniche per tutta l’estate). C’è da stare allegri.

La faccenda costume, poi, mi ha mandato non poco in sbattimento. Anche settimana prossima devo andare alla spa e son qui che penso che farei volentieri a meno di mostrare un cm del mio corpo in più del necessario. Brutta roba. By the way, il titolo di questo post doveva essere Costumi estate 2015: quali scegliere se non ti senti a tuo agio, stavo per farlo giuro e se l’avevo scelto (per poi cambiarlo) almeno una risposta devo comunque tentare di darmela, e la devo anche a voi. E allora mi sono messa alla ricerca, sforzo non da poco, di quei modelli che, per un motivo o per un altro, potrebbero anche, forse, vagamente, non si sa mai, farmi venire la voglia di andare davvero in piscina, al mare o alla spa (cavolo, quest’ultima è un’ipotesi davvero molto vicina).

Partiamo dal ritorno in voga dei modelli di bikini con mutanda a vita alta, altissima, stile anni ’60. Tutte giù a dire che è una figata, così adesso anche le curvy (che palle sta denominazione), possono mettersi il bikini. Perché prima cosa lo vietava loro? Tutte queste divisioni di puoi o non puoi mi fanno girare le scatole a prescindere, curve o non curve, ciccia o non ciccia o uno è libero di abbronzarsi in spiaggia come e quanto gli pare, il limite, a mio parere è solo uno: sentirsi a proprio agio. Io non metterei mai un bikini con mutandone a vita alta perché mi starebbe davvero malissimo e mi farebbe sentire insaccata, costipata e non so cos’altro, ma se invece l’idea vi piace e vi immaginate camminare con un crop top abbinato sulla spiaggia di Ibiza..ebbene fatelo!

Ecco il senso del titolo di questo post: non ha un senso, non esistono modelli da scegliere davvero se già, come me, state vivendo un disagio. Sarà lui a scegliere voi dopo probabili lunghissimi momenti di sconforto nei vari camerini che girerete, oppure dopo estenuanti serate passate a girovagare su tutti gli shop online disponibili nel creato. Capiterà che ne vedrete uno (se siete fortunate un paio) e direte: “Massì dai, con questo quasi quasi posso anche evitare di comprare una fornitura di caftani neri all over da portare in vacanza”. Quindi di base, sono qui solo per dare ampie pacche sulle spalle a tutte quelle nella mia medesima situazione, ingannare il SEO con il titolo (prrr Google) e farmi venire la voglia di rivalutare l’idea di andare al mare, o in piscina con la mia amica, prossimamente.

Io comunque ci sono traumi da spiaggia che alla soglia dei 30 anni ancora non ho superato: se sono sdraiata sul lettino ci sono sempre dei lembi dell’asciugamano che coprono laddove vorrei essere coperta (capite cosa possa cambiare un lembo, nulla, ma è tutta una questione psicologica), se devo fare una passeggiata sulla spiaggia posso tollerare di farlo in bikini ma devo per forza indossare dei pantaloncini, possibilmente non troppo corti. Se decido di fare il bagno mi butto in acqua senza indugiare troppo, che se sto a riva ci sono più persone ad osservarmi, e quando esco passo sempre dall’ombrellone a prendere un telo con cui coprirmi subito, prima di andare a fare una doccia veloce. Se pranzo sotto l’ombrellone in posizione seduta (dunque con rotolotti ben in vista), neanche il caldo più torrido mi fermerà dal rimettermi la mia t-shirt o il mio copricostume.

Starete pensando: che disagio, ragazza. Ebbene sì, o forse no. Sono fatta così, particolarmente pudica, non credo c’entri solo il non sentirsi del tutto a proprio agio con il proprio corpo. Penso che certe abitudini le avrei anche se fossi più magra, anzi, ve le confermo, le avevo anche nei momenti della mia vita in cui ero decisamente più magra. E dunque perché sto scrivendo questo strano editoriale oggi? Non saprei, forse perché la frase che mi è uscita così spontanea con la mia amica mi ha fatto pensare che non sono l’unica a pensarlo, all’arrivo di ogni santa estate che dio manda in terra, forse perché mi è sembrata una frase perfetta per un meme virale, forse perché amo i giochi di parole e forse anche perché questo spazio editoriali, come immagino ormai avrete capito, è un contenitore non settoriale, l’unico di questo blog in cui davvero scrivo come si faceva nei blog di una volta e come ho fatto per anni, anni e anni su Splinder. E dunque lasciatemelo fare, che a volte, pur mettendoci tutto l’impegno, la fantasia, la creatività del mondo, ho l’ansia e il timore che arriverà il momento in cui i “brief” che avete cura di mandarmi ogni giorno, uccideranno tutto questo amore per le parole, che alla fine non ha una motivazione, se non quella dell’istinto di battere lettere sulla tastiera e vederle trasformarsi prima in parole, poi in frasi, e, infine, rileggendo, anche in concetti.

E adesso, donne (ma anche uomini, che voi e la vostra panza da birra non siete immuni), condividete il disagio #momaquotes

costume estate 2015

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