Sneakers3: intervista con la Fre di wannabefre.com

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Forse alcuni di voi l’hanno già letta su Dols.net, ma come già annunciato, nessuno ha ancora letto la versione integrale di quella che è stata una delle interviste più divertenti, nerd e surreali che io abbia mai realizzato.
Da Blogger a Blogger, perché io e la Fre, fino a prova contraria (e guai a chi ci contraddice) ci sentiamo molto blogger, nel senso che amiamo i blog, i nostri in primis, ma anche quelli degli altri. Non di tutti si intende, e ci mancherebbe altro. Doveva essere una cosa seria, e lo è stata, tra parentesi facete e la tagliente e straripante ironia della Fre, sono emerse un sacco di considerazioni interessanti sulla blogosfera, i suoi fruitori e chi ci scrive. Alcuni potranno non essere d’accordo con quel che diciamo o io o lei, e allora ben venga il dibattito, sempre con cortesia e moderazione ovvio.
Buona lettura.
(Avvertenza: lunga è lunga, ma il consiglio di arrivare fino in fondo appena avete un po’ di tempo e vivissimo e sentito, quindi, quando sarà il momento, cliccate su Continua a leggere)
Ciao Fre, hai voglia di fare una breve presentazione di te e del tuo blog?
Sono Francesca, neo laureata in Economia alla Bocconi e questo dovrebbe presupporre che io sia lanciata in un carriera sfrenata, pronta a cercare successo in “tutti i luoghi e in tutti i laghi”, cosa che effettivamente sto cercando di fare, ma in realtà la mia vita è molto simile a un mezzo disastro, nel senso che sto rincorrendo qualcosa che non so esattamente ancora cosa sia. Quindi al momento sono una  “smacchiatrice di leopardi” in un mondo di pulitori per gabinetti.  Il mio blog è il secondo e nasce dopo la chiusura del primo che ho creato. In realtà non è stato chiuso, è lì latente, ho smesso di scriverci dopo una serie di problemi familiari che ho avuto. Come sai anche tu la scrittura “ti deve venire”  e quando non sei nel mood giusto sei bloccata. Quindi mi sono fermata per un annetto perché non avevo più stimoli. Poi la voglia è ritornata, perché mi è sempre piaciuto scrivere, ed è nata questa “finestra”  su WordPress e ho creato anche il mio nuovo titolo, prima ero semplicemente “La Fre” adesso è “WannabeFre(e)” che non è così scontato. Nel senso che è un nome che ha un po’ una doppia anima, da un lato c’è il concetto del “wannabe” : tutti vorremmo essere qualcos’altro, dall’emulazione del cantante famoso all’essere più simili a una serie di modelli che ci proponiamo. Di conseguenza ci ho giocato con il mio soprannome “Fre” aggiungendo una “e” e facendolo dunque diventare “Free”, il concetto di libertà comune un po’ a tutti i giovani. E così è nato “Wannabefre(e)”, poi visto che sono megalomane ho iniziato a chiamarmi “la duchessa” e quindi anche su twitter sono “la duchessa wannabefre(e)”.
Il mio blog è del tutto personale, sconclusionato e quando scrivo non sono consapevole di far ridere. Questa è una cosa che mi piace molto perché di fatto non mi sforzo di scrivere qualcosa che faccia ridere, certo ci sono dei post un po’ più seri ma che non mi rappresentano allo stesso modo. La vena ironica esce e quindi va bene così.
Una comicità inconsapevole quindi? (prendo parola dopo 3:25 di conversazione, fa fede il registratore n.d.a :P)
Si, assolutamente inconsapevole. Probabilmente devo compensare con la mia prorompente bellezza.
[A questo punto io rido e la Fre mi chiede “perché ridi?” e io non riesco a smettere di ridere. Cercando di ristabilire un contegno proseguo con le domande…]
 
Chi sono i lettori del tuo blog?
I lettori del mio blog sono persone, e questa cosa mi piace molto, che a loro volta sono blogger. Mi piace perché penso che sia difficile riuscire ad attrarre nel tuo blog altri blogger che vengano a trovarti e ti lascino commenti. Molto spesso io ricevo più visite che commenti e quei commenti che ricevo sono “loggati” quindi di persone che hanno a loro volta account come blogger. Nell’ultimo periodo si sono aggiunti commenti da parte di persone che non hanno né account come blogger, né addirittura un account facebook. La maggior parte sono ragazze, però a dire la verità ho anche un buon numero di uomini che visitano il blog, perché comunque è vero che tratto di argomenti femminili, però cerco di non essere un tipico sito “al femminile” perché ce ne sono già troppi. Io racconto della mia vita, punto. E visto che la mia vita prevede oltre che trucchi, cerette e reggiseni  anche argomenti , come il sesso, che possono interessare anche agli uomini…
Un’altra cosa importante di cui parlare è il sottotitolo che ho creato per il blog, ovvero “Il blog dove anche le piatte hanno uno spessore”, che è stata un’idea geniale, me lo auto-dico, anche se sembro Sgarbi in questo momento.  Però davvero sono orgogliosa di questa illuminazione che ho avuto anche perché rivendico il mio essere una piatta senza speranza, che tu mi veda di profilo o di schiena è la stessa cosa. E quindi il titolo è stato scelto anche per questo!
Magari ci sono delle maggiorate che ti invidiano…
Esatto, capisci essere invidiata da una maggiorata è come, non so, Platinette che viene osannata dalla Bellucci.
La cosa che ho notato è che oltre a parlare della tua vita, cerchi di prendere degli aspetti che possono far parte della vita di chiunque rendendoli satirici.
Si, assolutamente. Anche se a dire la verità sono un po’ stanca dell’idea di cercare i lettori a tutti i costi, il blog è un modo per parlare di me, per sfogarmi, è un mio diario, però mi piace anche il confronto e sentire le opinioni delle persone, per cui se fosse tutto troppo incentrato su di me, mi rendo conto che mi leggerebbero in 3 e commenterebbero in 2. E questo non è stimolante dal mio punto di vista, mi piace quando le persone mi dicono la loro. Ultimamente ho fatto un post di politica e ci sono stati tanti commenti,  ognuno ha detto la sua ed è stato un bel momento di confronto. Un blogger è sempre e comunque sottoposto a giudizio per questo scelgo degli argomenti che riguardano momenti e opinioni miei ma che possano essere letti e giudicati da altri.
Come è il tuo rapporto con il mondo dei blog in generale? Cioè, tu sei una blogger e questa definizione è un dato di fatto, ma come ti comporti con gli altri, leggi altri blog per esempio? Rispondi ai commenti andando nei profili degli altri?
No dunque, quando ci sono dei commenti io rispondo direttamente sul mio blog. È ovvio però che se un blogger mi commenta quando ho tempo vado a leggere anche il suo profilo, questo accade soprattutto quando arrivano persone nuove che non conosco.  A parte questo leggo molti blog, perché mi piacciono molto ed è bello quando si crea un feeling  con chi li gestisce.  Come primo in assoluto leggo Le Vipere , ma anche blog più piccoli, che fanno meno traffico, tra i miei preferiti c’è lo Spora Blog e poi There is a lot of Sarinskiness . Ne leggo veramente tanti e che trattano di argomenti eterogenei, leggevo  Commodus ad esempio , leggo Il Signor Ponza, però ecco diciamo che come argomenti si spazia dalla musica alla moda, alla politica, non mi soffermo su niente in particolare, leggo tutto.
Visto che hai accennato alla moda e hai nominato Le Vipere, cosa pensi del fenomeno del  cosiddetto fashion blogging?
Non credo che sia un modo per avvicinare i giovani alla moda, o meglio non credo che sia un modo di fare della pubblicità corretta. Per fare della pubblicità gratis sicuramente si, perché molto spesso le fashion blogger sono delle pedine mosse, anche inconsapevolmente, dagli uffici stampa, non dal brand in sé, proprio dall’ufficio stampa, che poi è il ramo operativo di un brand. Detto ciò le fashion blogger per questioni di egocentrismo, edonismo e quant’altro amano fare quello che fanno, non le giudico, se a loro piace ok. Io non riuscirei a mettere la mia faccia tutti i giorni davanti a centinaia di persone, prima di tutto perché avrei poi degli stalker sotto casa che non te li immagini (ride n.d.a). No insomma non lo farei perché non mi interessa, preferisco che le persone siano interessate a quello che scrivo. Infatti è molto facile fare 300 o 400 visite in più su un blog con sole foto, tu sicuramente lo saprai. Posti 10 foto di te e avrai tot visite, posti 4 righe scritte e hai un quinto delle visite, perché? Perché è più facile guardare una foto che non mettersi lì a leggere per questioni di tempo e voglia e anche per voyeurismo se vuoi… “Il grande fratello” sul web tira sempre, no?
Si, sinceramente quello che a me lascia perplessa non è tanto che ci siano delle ragazze che si scattano o fanno scattare foto dei loro outfit giornalieri, mi inquieta di più il tipo di seguito che hanno.
Si sicuramente, anche perché poi che seguito  è? Io posso anche andare a vedere il post di un outfit che può piacermi o non piacermi, ma se poi ci sono delle ragazzine tredicenni che ti emulano forse vuol dire che non stai parlando al target giusto a cui l’azienda che ti “sponsorizza” gli abiti vuole parlare. Detto ciò ti racconto una prova del nove che ho fatto un po’ di tempo fa: ho scritto un post in cui dicevo che il giorno dopo avrei messo le foto di me nuda. Ovviamente l’ho fatto apposta e quel giorno tramite motori di ricerca ho ricevuto molte visite. Il giorno dopo ho ricevuto un boom di visite, perché la gente voleva vedermi nuda, cioè si aspettava che io pubblicassi davvero le foto e quindi alla fine ho pubblicato queste. Quel giorno tra l’altro la gente che è arrivata sul mio blog non ci è arrivata con chiavi di ricerca come “donne nude” “tette” o cose del genere, semplicemente ci è arrivata cercando il mio blog, insomma: “siete tutti pazzi!”.
Questo fa pensare che il mondo dei blog si stia trasformando in una sorta di reality show popolato da vari personaggi. In un reality generalmente ci sono gli stereotipi dello scemo, l’intelligente, la bellona, il complessato…
Si è assolutamente così.
Per cambiare un po’ argomento: per quanto riguarda la parte tecnica del blog come fai? Template, grafica, inserimento dei testi …
Il primo blog che ho avuto era sulla piattaforma Splinder, che mi garantiva una certa flessibilità. Potevo modificare il template da sola e mi ero anche fatta aiutare dal mio ragazzo a realizzarne uno più complesso a tre colonne:  insomma, avevo più libertà di azione. WordPress invece è molto più intuitivo e diretto, quindi è più facile da usare e ci sono anche, ad esempio, le statistiche a portata di mano. Il tema che ho scelto per il blog è un tema standard che non ho personalizzato ad eccezione dell’header, l’immagine principale. Ho in mente di cambiarlo, anche se amo la semplicità nei blog e questa struttura che ho adesso mi piace molto. Appena avrò tempo sicuramente aggiungerò qualcosa, però adesso tempo non ne ho per cui rimane così. L’header invece come ti dicevo l’ho scelta io ed è una foto di un artista che mi piace molto che ho ripreso e tagliato. È una foto di Miles Aldridge  che è un fotografo di moda molto bravo a mio parere.
Quali sono le tecniche di scrittura che ti rendono riconoscibile? Qualche espressione tipica che ti distingue da tutti gli altri. Da vecchia lettrice del famoso Daveblog oppure del diario di Selvaggia Lucarelli ritrovo a volte in te degli stili e delle espressioni che “vengono da loro”. Probabilmente termini e modi di dire che si sono evoluti e sono stati tramandati nei vari blog a tendenza “satirica” e sono entrati un po’ nel linguaggio comune dei blogger che “scrivono e non fotografano”.
Non lo so, nel senso che io effettivamente ho un mio “vocabolario”. Adesso come adesso dirti espressioni particolari mie non riuscirei, però è vero che mi capita di utilizzare alcuni termini particolari come nomi storpiati, piuttosto che “wannabefreeismi”, neologismi inventati sul momento.  Comunque è molto importanti avere uno stile non noioso, che ti differenzi, che ti faccia ricordare ed essere distinguibile. E soprattutto che riesca a non annoiare. Perché purtroppo quando sei sul web hai poco tempo, nove volte su dieci stai lavorando e devi leggere una cosa in pochi minuti nella pausa caffè, quindi bisogna essere in grado di attrarre l’attenzione della persona, essere bravi nello scegliere le parole, che devono scivolare bene nella mente di chi ti legge. Se un post diventa troppo complesso e macchinoso chi legge si stanca e se ne va. Ho fatto due prove di post, inserendoli in una sezione del blog che si chiama “Nei panni di”, ed erano effettivamente dei racconti abbastanza lunghi, molto più delle canoniche 15-16 righe di post, alcuni mi hanno scritto “sono riuscito ad arrivare fino alla fine”, questo secondo me per un blogger è un gran traguardo. Riuscire a far leggere un post così lungo fino alla fine, senza annoiare e senza risultare pesanti è un ottimo risultato. Io per prima a volte entro in alcuni blog, guardo la lunghezza dei post e dico “ma che palle” e  me ne vado, non so se anche a te capita.
È anche vero che alcuni blog, fanno  post brevi ma sono di una povertà scrittoria imbarazzante…
No beh non tocchiamo questo argomento. Se c’è una cosa che non sopporto sono le subordinate messe a caso, oppure le relative che diventano principali, riflessivi che non si capisce a chi si riferiscano… Queste cose mi fanno proprio “accaponare i capezzoli”.
Vien quasi da pensare che in realtà i blogger che scrivono bene siano pochi…
In realtà secondo me quelli che scrivono bene bene sono pochi, quelli che sono seguiti a ragione sono pochissimi. Nel senso ci sono quelli che scrivono benissimo e sono seguiti e sono pochi, ci sono quelli che scrivono discretamente ma di argomenti che “tirano” e sono seguitissimi e poi ci sono quelli che scrivono malissimo ma di argomenti che “tirano” ancora di più e che sono considerati degli opinion leader.
In questa fase del mondo del blogging  in cui tanti sono riusciti a farne un vero e proprio mestiere, anche a te piacerebbe?
Si, ma infatti non ti nascondo che sto collaborando con un giornale locale per diventare pubblicista, perché comunque mi è sempre piaciuta la scrittura. È ovvio che non sono moralista e se dovesse capitare che qualcuno mi dica: “Guarda ti mettiamo una rubrica in un giornale”, piuttosto che: “ti paghiamo per scrivere il tuo blog”, sarei solo che felice. Detto ciò però verrebbe a mancare la mia libertà, non riuscirei a essere una “Mastrota” dei blog (Giorgio Mastrota, ex presentatore tv ormai relegato quasi sempre a testimonial di televendite n.d.a).  Non sopporterei di dover fare ad esempio la review di un prodotto e scrivere cose del tipo “All’inizio ero molto scettica, ma poi quando l’ho provato…”. Cioè, voglio dire se qualcosa non mi piace non mi piace,  mi trasformerei nella Minetti dei blog e questo no, non lo farei mai. Mi piacerebbe poter conservare la mia autonomia di pensiero e soprattutto il mio stile di scrittura, che non è così scontato. Parliamoci chiaro, molto spesso le aziende che sponsorizzano alcuni blog, non facciamo nomi, potrebbero anche consegnare alle blogger dei mattoni con i tacchi al posto di un paio di scarpe, ma andrebbero bene comunque e sarebbero bellissime.
Si, posso prenderti l’esempio del mio blog, anche a me capita a volte di fare delle recensioni di make up, piuttosto che di abbigliamento, farei fatica a recensire un prodotto che un’azienda mi ha regalato. Recensisco dei prodotti perché li ho comprati io e mi va di condividere cosa ne penso in merito, se un’azienda ti regala un prodotto per recensirlo sei quasi automaticamente obbligata a parlarne bene.
Certo, bisogna avere quella possibilità di libertà di pensiero è quell’assenza di peli sulla lingua che oltre a renderti libera ti rendono anche credibile. Certo magari così non sarai mai seguita o corteggiata dagli sponsor, però mantieni la tua integrità. So che non sto parlando di massimi sistemi, ma magari di una crema per le mani, per cui parlare di integrità morale può risultare eccessivo, però di fatto è un’integrità che si vede anche in queste piccole cose.  Nel momento in cui ti pieghi alla volontà di una persona che ti dice: “guarda io ti invio questa cosa, poi tu parlane bene”, è finita. Per ironizzare su questi aspetti del mondo dei blog recentemente ho creato un’aspettative riguardo il mio primo giveaway, che poi perché chiamarlo così e non regalo? Comunque tu non hai idea di cosa io abbia in mente di regalare (ride n.d.a). Data che la mia è una presa in giro totale di questi meccanismi, sarà un non- concorso, le persone lasciano commenti senza nessun intento di aumentare fan o visite al blog, io sceglierò a mia totale discrezione le persone che vincono e infine il regalo sarà meravigliosamente ridicolo.
Su questo aspetto ti capisco, settimana scorsa ho fatto il tentativo di lanciare un concorso sul mio blog ed ero più che altro curiosa di vedere le reazioni. Generalmente i  concorsi degli altri blog sono dei concorsi che non si possono definire tali…
Esatto sono degli “acchiappavisite”…
Io ho tentato di portare i miei lettori a parlarmi di un quadro, quindi ovviamente i partecipanti si sono ridotti a circa 12 amiche e lettrici assidue che forse “per pietà” hanno deciso di partecipare. Comunque mi incuriosiva, visto che ho messo in palio un premio che avrebbero potuto mettere in palio tanti di quei blog di cui non facciamo nomi, vedere la reazione dei partecipanti di fronte al fatto di dover fare una partecipazione più strutturata rispetto al semplice “metti mi piace sulla pagina” “lascia un commento” “invita i tuoi amici a diventare fan” eccetera. Questo perché mi è capitato di vedere casi di altre amiche blogger che il giorno in cui hanno lanciato dei concorsi si sono viste arrivare 800.000 visite e altrettanti commenti  di persone mai viste prima allettate semplicemente dall’idea di vincere un premio. Invece a me non è successo e da un lato è una cosa che mi consola.
Secondo me non bisogna chiedere troppo ai propri lettori a meno che non siano emulatori e quindi vogliano assolutamente compiacerti,  però grazie a dio né io né te siamo circondate da questo tipo di lettori. La differenza sta nel valore del premio, se prometti un premio dal valore percepito come molto alto si metteranno tutti d’impegno e ci perderanno del tempo per cercare di vincerlo, altrimenti no. Anche perché in teoria un blog dovrebbe essere visto come evasione non come impegno. Poi dipende molto anche dal rapporto con i tuoi lettori. Per esempio io oggi sono stata contenta dei commenti che ho avuto dopo il post del mio concorso perché molti lettori che di solito non commentano si sono palesati. Perché di fatto io le visite le ho, ma non corrispondono poi al numero reale di commenti  e alla fine sembra che sia un blog visitato dalle solite 50 persone.
O forse c’è anche chi non commenta per “paura” di introdursi in un discorso. Una cosa che ho notato è che noi blogger, soprattutto se ci conosciamo da un po’ di tempo, abbiamo degli argomenti comuni, piuttosto che delle vicissitudini passate a cui facciamo riferimento e quindi tante persone entrano in un blog, leggono magari sia il post che i commenti ma poi non “se la sentono” di commentare a loro volta entrando nel discorso. È così si perdono tanti potenziali commenti.
Si è verissimo.
Però, è così indispensabile avere dei commenti nel proprio blog?
No, lo è nel momento in cui tu decreti il tuo successo personale e del tuo blog in base al numero di commenti che hai.
Quindi tu non credi che i commenti siano poi così importanti?
No, io credo che sia importante la qualità del commento. E poi comunque ci sono dei riscontri anche esterni, ad esempio delle persone che ho come amici su facebook quando mi capita di incontrarli dal vivo mi dicono “ah ma fre io leggo il tuo blog, è fighissimo” e poi non hanno mai commentato. A me basta questo, sapere che la gente si diverte a leggere. Ho conosciuto tante persone e ho creato dei legami virtuali con un sacco di gente e questa cosa mi fa moltissimo piacere, ed è anche per questo che continuerò a tenere il blog perché in effetti creare dei legami con persone che magari non sai neanche che faccia hanno però con cui condividi un pezzettino della tua vita è bello a mio parere.
Ti è mai capitato che uno di questi legami virtuali si trasformasse in una conoscenza di persona?
Si si assolutamente anche se questo mi è successo più che con il blog, tramite twitter su cui ho una serie di follower che poi conosco anche nella vita reale e sono conoscenti o addirittura amici. È molto carina questa cosa e il fatto che io abbia anche un blog crea un ulteriore legame o argomento di conversazione del tipo “ah si, ho letto che hai scritto questo”, “ah si mi è piaciuto”.
Quindi ricapitolando tu hai il blog, l’account twitter, la fan page su facebook…
Si sono multitasking. Sono una nerd.  Comunque sì, su twitter sono sempre io “la contessa wannabefre(e)” mentre la pagina facebook è nata da poco ed è nata perché una ragazza che conosco e che adesso la amministra insieme a me ha iniziato a dirmi: “no ti prego Fre devi fare la fan page su facebook”. All’inizio non volevo perché mi vergognavo e mi sembrava una cosa molto autoreferenziale del tipo: “oh mio dio ho dei fan”. Però un giorno ho detto “sai che c’è? Facciamola” e ho messo anche lei come amministratrice. Infatti so che a volte posso sembrare bipolare, ma in realtà magari è lei che scrive non sono sempre io.
Tornando a qualcosa di un po’ più serio, pensando ai tuoi studi come la recente laurea in economia, al desiderio di diventare giornalista…insomma quale è la connessione tra tutti questi interessi? Quale è il punto di incontro?
Penso che sia la scrittura il punto in cui si incontra tutto, perché comunque la mia voglia di diventare giornalista la sfogo nel blog,  ho provato a sfogarla attraverso il duro lavoro della ghost writer scrivendo degli articoli di taglio economico che sono poi finiti su riviste di settore. Anche collaborare con il giornale locale mi aiuta molto, perché scrivere è la mia valvola di sfogo. L’economia si incastra in tutto questo perché…so che dovrei essere seria, ma la realtà è che da piccola leggevo Topolino e mi piaceva Zio Paperone e quindi ho studiato economia per questo.
Quindi non ti piacevano Qui, Quo e Qua come a tutte le bambine?
No. Oltretutto la ballerina non potevo farla perché avevo le orecchie da Dumbo, quindi lo chignon mi stava male ed ero sgraziata, per un certo periodo ho voluto fare il prete, poi sono passata all’avvocato e all’economista. Ho studiato economia perché mi piaceva e ci ho creduto, non l’ho fatto per diventare una bocconiana arricchita, ma perché mi è sempre piaciuta la sfida, il lavoro, i milioni di impegni e scadenze da incastrare. Le cose da cui rifuggo adesso (ride n.d.a). Quindi si ho studiato economia perché è un argomento che mi ha sempre affascinato e interessato e le radici affondano in Topolino.
Per concludere, come immagini il tuo futuro da blogger e in generale il futuro del mondo dei blog?
Mi piace molto l’idea di vedere il mio blog invecchiare con me, nel senso che lo sento molto vicino a me quindi pensare di crescere lasciando da parte una cosa così importante come il mio blog mi dispiacerebbe. Quindi cercherò di mantenerlo, certo compatibilmente con gli impegni,  e poi come dicevo prima mi dispiacerebbe perdere o tagliare fuori dalla mia vita le persone che ho conosciuto virtualmente. Ovvio sono sempre legami virtuali, però è sempre piacevole scambiare due parole con persone che non conosci di persona o comunque non conosci bene, non ti giudicano, ti danno magari anche dei consigli spassionati.
Come evolveranno i blog…beh io una volta ho letto una ricerca in cui risultava  che ci sono molti blog che hanno vita veramente breve, il futuro secondo me è quello di vedere nel blogging delle figure autorevoli che possano fare da opinion leader. Già adesso ci sono, anche se secondo me sono ancora poco diffuse, soprattutto in Italia. A parte i Fashion Blog che sono una realtà, però secondo me ci vorrebbero altre categorie rappresentate, insomma sarebbe un bel passo avanti.
Va bene Fre, ti ringrazio per questa lunga chiacchierata.
Abbiamo finito?
Stop alla registrazione.
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