Se modificassimo le parole di una nota canzone, adattandola alla vita quotidiana di noi mamme, potremmo dire “C‘è chi mi vuole brava madre, brava a letto, chi non mi vuole mai per niente“. Il cantautore Emiliano esorta il suo pubblico a dire come lui stesso si vuole, come se fosse una sfida ed in effetti per noi donne spesso lo è.
Mamme, compagne di vita, lavoratrici e casalinghe: siamo donne caleidoscopiche, che non vogliono rinunciare a nessuno dei ruoli scelti.
Tuttavia non è così facile far quadrare tutto e spesso rischiamo di trascurare un aspetto a favore di un altro e così ci sbilanciamo e siamo più mamme che mogli, più impegnate a progettare feste di Carnevale per bambini, che romantiche cene d’amore per San Valentino.
Molte mamme rinunciano in partenza anche solo a pensare di poter cenare fuori con il proprio partner, già immaginandosi scene inquietanti, che neppure Hitchcock avrebbe avuto l’ardire di ideare. Nella loro fantasia alcune vedono già il bambino che inscena falsi tentativi autolesionistici per impedire loro di uscire; altre preferiscono dare la colpa al destino piuttosto che all’ingegnosità psicotica del pupo e quindi non organizzano nulla perché tanto il bebè avrà sicuramente la febbre. C’è da dire che alcune temerarie, invece, organizzano un’uscita romantica e, per evitare destino o ingegnosità, fanno tutto in segreto, si muovono in casa propria come ninja e sgattaiolano senza essere viste dal bambino fuori casa. Una volta arrivare al ristorante, il cameriere non fa in tempo a consegnare i menù alla coppia che il cellulare squilla. Bisogna tornare a casa perché il pargolo è in preda a una crisi isterica perché la mamma non c’è. Ci sono, infine, quelle fortunate che riescono ad arrivare alla cena, senza alcuna telefonata, ma non si godono nulla perché nella loro testa immaginano tate killer, nonni in panico e chiamate al 118. Il nostro compagno potrebbe regalarci la luna, ma non ce ne accorgeremmo perché a noi interessa solo tornare a casa, per poi scoprire che il bebè dorme sicuro nel lettino.
Vista così sembrerebbe meglio fare come molte e rinunciare a uscite romantiche, invece c’è una soluzione.
Bisogna semplicemente catalogare tutte queste nostre paure come paranoie. Se la tata è fidata, sicuramente il bambino si divertirà: certo deve essere una persona già vista, magari in un’altra occasione in nostra presenza. Se tra nostro figlio e la baby sitter c’è armonia, molto probabilmente passeranno una sera giocando, facendo anche attività un po’ diverse da quelle che condividono con noi, ma pur sempre in allegria. Chi ha la fortuna di lasciare i figli ai nonni, può star sereno: è in una botte di ferro! Hanno cresciuto noi, sicuramente sapranno resistere per una sera con il loro nipote adorato. Unico rischio: lo vizieranno più di quanto già facciamo noi!
Un consiglio è poi di non sgattaiolare fuori casa senza dire nulla al bambino. In questo caso di certo piangerebbe non capendo dove e perché siete sparite. Come le maestre dell’Asilo delle mie figlie mi hanno insegnato, è giusto spiegare al bimbo (qualsiasi età abbia, pur piccolo che sia) perché stiamo uscendo senza di lui. Certo magari all’inizio piangerà (non sarebbe un bambino se rimanesse impassibile), ma poi razionalizzerà il tutto e potrà dedicarsi ad altre attività sereno.
Quindi perché rinunciare a una cena romantica con il proprio lui? Non stiamo facendo del male a nessuno, tanto meno al nostro piccolo. Ogni tanto un po’ di tempo per mamma e papà ci vuole, per rafforzare anche quell’amore da cui il nostro bimbo è nato e di cui si nutre.
Anche quando sembra dura, impossibile, dobbiamo trovare questo tempo perché ogni ruolo della nostra vita in realtà compensa l’altro, lo definisce e lo amplifica, rendendoci le donne che siamo, felici e soddisfatte e che possono dirsi guardandosi allo specchio, struccandosi dopo una cena romantica, stanche per aver appena messo a letto il bambino, che sì “sono viva abbastanza, per di qua, per di là, sempre sulla mia strada“
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