È nato da poche ore e già non si parla d’altro. A dire il vero se ne parlava anche prima che nascesse, con un furore che non vedevo dedicato ad un vento simile da secoli e secoli, i figli della principessa di Spagna ad esempio non se li è calcolati nessuno… Ma gli inglesi sono così, fanno finta che la loro Casa Reale sia solo un’enorme seccatura, ma in fondo in fondo, vi sono affezionati come a quella famiglia di prozii che vedi solo per le vacanze estive e che, se anche ti stanno sulle balle e hanno la casa che odora di naftalina, finisci per volergli bene lo stesso. Ecco dunque il meccanismo che ha fatto esplodere la Royal Baby mania, in aggiunta, lo devo ammettere, al fatto che sia il primo lieto evento (oltre al matrimonio di William e Kate) che cattura l’attenzione mediatica sulla Gran Bretagna negli ultimi tempi. Che di sicuro è meglio interessarsi a quanto pesa il pargolo reale e che tipo di pannolini userà la duchessa di Cambridge piuttosto che ascoltare al TG l’ennesima lite tra Letta e l’opposizione o l’ennesimo pazzo che prende a falciate la moglie e via discorrendo.
Gli inglesi ci battono anche in un’altra cosa: i gadget. Ricordo che, la prima volta che sono stata a Londra, rimasi impressionata dalla quantità di gadget tematici disponibili (e anche dalle quantità vendute): non è solo avere il ricordo kitsch di una vacanza, per gli inglesi i gadegt sono status symbol e figuriamoci se non ne avrebbero pensata una più del diavolo per il Royal frugoletto. Tra l’altro, frugoletto, l’abbiamo saputo da poco, poteva essere anche una frugoletta, e adesso che fine faranno tutte le versioni femminili del merchandising preparato?
Tra tazze, ciucciotti, bavaglini, tutine, piatti, passeggini, cuscini, custodie per smartphone, scarpine, targhette per bagagli: l’imbarazzo (della scelta) è vastissimo. (cliccate le immagini per ingrandirle)
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