Sabato 21 settembre la mia giornata è iniziata prestissimo per seguire il backstage della sfilata Stella Jean, ospite di Shu Uemura in quanto parte del progetto Hako Talent Editor: un’emozione pazzesca nell’entrare nel Teatro Armani, il mio mito fin dalla tenera età di cui purtroppo non ho ancora potuto vedere una sfilata dal vivo, una doppia emozione al pensiero di vedere da vicino gli abiti da Stella Jean, la più brava delle emergenti (non per nulla Armani ci vede lungo).
Nonostante la frenesia l’atmosfera del backstage era piuttosto rilassata, le modelle si sono lasciate pazientemente acconciare, operazione non facile vista la complessità dell’hairstyle proposto, basato su: capelli raccolti in una coda liscia rigorosamente alla destra del capo, applicazione di foulard dalle stampe etno chic e di cappelli dalla foggia maschile. Per pulire il capello e renderlo lucido è stato utilizzato Satin Design di Shu Uemura, mentre Volume Maker (ve e ho parlato qui), ha avuto la funzione di enfatizzare il baricentro naturale dei capelli, infine Touch Of Gloss per rendere brillante la coda che sporgeva dai foulard e cappelli, diventando punto cardine dell’acconciatura. Per il make up la pelle è assolutamente naturale e omogenea, mentre gli occhi sono di un nero intenso grazie ad eyeliner e mascara sulle ciglia sia superiori che inferiori.
Guarda tutto il photobook della sfilata QUI.
La sfilata è stata, finalmente, un trionfo del colore, grazie ai fantastici tessuti utilizzati da Stella Jean in collaborazione con l’agenzia dell’ONU International Trade Center che ha favorito l’introduzione dei tessuti realizzati a mano dalle donne dei villaggi del Burkina Faso, uno dei paesi più poveri del mondo. Trovo conferma leggendo il materiale stampa che l’aggettivo etnico a cui ho subito pensato vedendo i capi nel backstage va utilizzato in un’accezione ampia e molto più veritiera rispetto all’uso banale che si fa oggi del termine, per cui qualsiasi cosa esuli dalle nostre abitudini viene considerato “etnico”. In realtà quello di Stella Jean è un “etnico” proprio perché mescolanza ugualitaria di ispirazioni e culture, quella italiana per i tessuti e la loro lavorazione artigianale e preziosa, quella africana per i tessuti wax, un vero e proprio simbolo del paese e della sua storia visto che i primi tessuti di questo genere risalgono al XII secolo.
Una sfilata emozionante: un turbinio di colori, di spunti, di ispirazioni. Finalmente voglia di sorridere e di pensare davvero alla prossima primavera estate 2014.
Condividi:
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Altro