Quattro giorni tra Salisburgo e Salisburghese per la Via Culinaria: vi sembrano pochi? E invece non avete idea di quante cose si riescano a fare in quattro giorni, basta la giusta organizzazione, una buona dose di resistenza fisica, partire con l’idea che, grazie al cibo meraviglioso, le energie non mancheranno di certo e la compagnia. Eh si, la compagnia fa tutto.
E quando viaggiate con i vostri amici è un discorso, ma quando lo si fa in compagnia di colleghi non bisogna mai dare nulla per scontato, per questo ve lo dico subito: sono stati quattro giorni super divertenti anche grazie al bel gruppo di colleghi blogger che si è subito creato, fin dal lungo viaggio di circa 7 ore in macchina. Ebbene sì, siamo partiti da Milano a bordo di uno spazioso mini-van e, se siete un gruppo di amici o una famiglia, vi consiglierei di fare altrettanto. Il viaggio sembra lunghissimo, ma con una buona playlist e un paio di soste lungo la strada diventa anche piacevole, l’ultima parte, soprattutto, è decisamente panoramica da godervi (sempre che non stiate guidando, ovviamente). Siamo arrivati nel tardo pomeriggio a Salisburgo e abbiamo preso possesso delle nostre stanza per qualche minuto di relax al MOTEL ONE Salzburg-Mirabell (Elisabethkai 58-60, 5020 Salzburg), consigliatissimo come alloggio per la posizione centrale (in meno di 10 minuti a piedi siete in pieno centro storico), il wifii gratuito e perfettamente funzionante e l’atmosfera cosmopolita e giovane che vi si respira (avevo già alloggiato in un Motel One a Berlino e a Bruxelles, ricordate?). Dopo un giretto a piedi per la via principale di Salisburgo, arriva la prima delle tante soste gastronomiche del nostro viaggio, ovvero l’aperitivo al Carpe Diem (Getreidegasse 50 – Salzburg), la proprietà di questo bar-sala da té molto famoso in città è la medesima del Signor Virgin, per capirci, una vera e propria autorità in Austria, arredamento giocato sui toni del rosso, bianco e del marrone scuro, musica rilassante, ottimi cocktail e, pezzo forte, i fingerfood in formato cono. L’idea è stata geniale, e il successo immediato: se tutti in estate si deliziano con i coni gelato e li mangiano facilmente, perché non fare lo stesso anche con il salato? E così potete ordinare un set degustazione con vari assaggi di pesce, verdure o carne, oppure scegliere, come abbiamo fatto noi, ciò che ci attirava maggiormente (seguendo anche i consigli del personale gentilissimo).
L’aperitivo, però, è stato solo un preludio alla particolarissima cena che ci attendeva di lì a poco, in una bellissima corte, infatti, che porta anche ad uno degli ingressi del famoso cimitero di St. Peter, si trova giust’appunto, il ristorante St. Peter Stiftskeller (St. Peter Bezirk 1/4 – Salzburg), considerato il più antico d’Europa, letteralmente “scavato nella montagna” e con un’atmosfera d’altri tempi all’interno. Qui, ogni martedì, si tiene la gettonatissima Mozart Dinner, ovvero una cena con intrattenimento musicale a base di opere di Mozart, suonate, ma soprattutto, interpretate dal vivo. Tra un’opera e l’altra si degustano piatti tipici della tradizione austriaca e al termine è sicuramente possibile stringere la mano ai bravissimi interpreti: un’idea originale, che esula dalle tipiche cene organizzate anche se, ovviamente, la maggior parte degli avventori sono turisti. Particolarità? Si inizia alle 20.00 (non un minuto in più, altrimenti rimanete fuori) e si finisce alle 22.00, precisione nordica!
Il secondo giorno parte, invece, con una visita culturale per la città di Salisburgo, moltissimo da vedere e pochissimo il tempo a disposizione, ci siamo soffermati parecchio nei Giardini Mirabell, famosi in tutto il mondo e da mozzare il fiato, soprattutto nelle prime ore del mattino quando, finalmente, dopo un inizio nuvoloso, sono spuntati i primi raggi di sole, rendendo evidente la bellezza e la cura di questo parco/giardino, pieno di fiori, roseti in particolare. Vuoi non lasciare un po’ di tempo ai blogger per delle foto artistiche?
La passeggiata continua attraversando uno dei ponti che collega la città al di là del fiume, a quanto pare la tradizione di Moccia è arrivata fino a qui, e, per quanto non apprezzi 3 Metri sopra il Cielo e relativi prosegui, il mio animo romantico ha vinto, insieme alla reflex. Giretto nel centro storico e lungo la via principale Getreidegasse dove si può incontrare la dimora di Mozart e anche degli antichissimi “citofoni” creati con fili e campanellini connessi ad ogni appartamento (lo sapete, se non scovo una stranezza io non sono contenta), anche se ciò che davvero attrae lo sguardo sono le insegne dei negozi, la maggior parte antiche, alcune ristrutturate, altre rimaste allo status originario. Tranquilli, se state pensando che a quel punto non mangiavamo già da troppe ore per essere parte di un tour gastronomico eccovi subito accontentati con la visita al Café Fürst (Brodgasse 13, 5020 Salzburg) luogo di nascita e produzione della storica pallina di Mozart, attualmente è Martin Fürst (terza generazione) a portare avanti il successo dell’azienda di famiglia e a custodire almeno qualche ingrediente segreto della “pallina di cioccolato” più amata (e imitata) al mondo. Solo che, adesso ve lo posso assicurare, assaggiare l’originale fa davvero tutto un altro effetto al palato, ve lo dice una che, avendo sempre mangiato delle imitazioni, non era molto convinta. E invece me ne sono messa un paio nello zaino, da brava scolaretta in gita.
Il tempo è tiranno ed è già ora di spostarci per pranzo, destinazione? Ristorante Schlosswirt (Salzachtalbundesstraße 7 5081 Anif – Salzburg), qui, in un giardino che sembra uscito da una fiaba shabby chic, avvengono cose meravigliose. Ad esempio dei corsi di cucina, come quello che abbiamo fatto noi, per imparare a fare il VERO STRUDEL DI MELE. Mica quella cosa con la pasta surgelata che tutti abbiamo provato a fare in casa almeno una volta, facciamo i seri. I workshop sono tenuti dallo chef Johann Bauer di EDELWEISS COOKING, giovane, affascinante e innamorato dell’Italia, Johann ci ha spiegato velocemente la ricetta (che in realtà è molto semplice, il segreto sta nella stesura della pasta) per poi sfidarci, divisi in due gruppi, a rifarla. In totale? 3 giganteschi strudel messi in forno, e naturalmente, consumati tutti insieme alla fine del delizioso pranzo in giardino.
Siamo di nuovo in auto, ma a soli 5 minuti ci fermiamo al Castello di Hellbrunn, famoso per i giardini con giochi d’acqua che attraggono migliaia di turisti ogni anno. Non vi anticipo nulla se non che paesaggisticamente è meraviglioso e…se avete dei bambini si divertiranno molto, oppure se avete degli amici giapponesi 😉
Auto – again, questa volta per un viaggetto più lungo. Destinazione? Regione dell’Hochkönig, che vedrà la nostra permanenza per gli ultimi due giorni. Entriamo nel vivo del Salisburghese , una zona di montagna, completamente incontaminata e di una bellezza da togliere il fiato. Io, da vera milanese imbruttita, un verde così l’ho visto solo nei cartoni animati. Arriviamo al nostro albergo nel tardo pomeriggio e veniamo subito colpiti dall’atmosfera “di casa” che si respira qui, così diversa da quella di Salisburgo città, alloggiamo al Moserwirt in località Maria Alm (Familie Niederreiter, Am Dorfplatz 2, 5761 Maria AlmT: +43 6584/7721) e non ci facciamo mancare, ovviamente, la seconda cena tipica cucinata con amore direttamente nell’Hotel e degnamente conclusa con dell’ottima birra nell’unico pub del paese che siamo riusciti a rintracciare. Qui vanno tutti a letto presto, di turisti ce ne sono ancora pochi e la calma e la pace sono surreali.
Calma e pace sono parole che mi vengono in mente per descrivere anche la mattinata successiva, ci arrampichiamo sui colli, infatti, per raggiungere l’abitazione-laboratorio di Rosi Rainer, esperta di erbe che ha deciso di trasformare una passione in lavoro e ad oggi, oltre a realizzare workshop di vario genere per i turisti in collaborazione con l’Ente del Turismo dell’Hochkönig, coltiva nel suo meraviglioso orto numerose piante ed erbe (officinali e non) con cui realizza infusi, pomate, sciroppi, marmellate e chi più ne ha più ne metta. Nonostante un lieve gap linguistico è stato affascinante vederla all’opera, insieme abbiamo realizzato un unguento per i piedi perfetto da utilizzare dopo una pesante giornata di camminate tra i monti. Ed è proprio per non perdermi quella prevista per la mattina successiva che, causa la mia gamba malconcia, rinuncio a malincuore alla gita in e-bike tra le malghe a favore di un’intervista divertente all’interno di un negozio di vero e proprio “Austrian Lifestyle”, per scoprire il perché e il percome qui la tradizione di abiti tradizionali sia ancora così sentita, ma soprattutto per capire cosa comprano i turisti. Qui gli abiti tipici sono un po’ come il kilt per gli scozzesi: non possono mancare nel guardaroba. Vengono indossati da tutti, uomini, donne e bambini ogni domenica per andare in Chiesa, punto di ritrovo molto importante per la comunità e ovviamente vengono sfoggiati in tutte le feste e sagre folkloristiche. Io pensavo fosse “a favore di turista”, invece è parte della tradizione ed è molto sentito. Mi hanno spiegato che molti turisti rimangono affascinati dagli abiti, le donne in particolare, anche se spesso non se la sentono di acquistare un intero completo tradizionale e dunque tornano a casa con un solo capo cardine, disse colei che ha messo in valigia una splendida camicia a quadri bianchi e blu.
La sera saliamo nuovamente in montagna, ci attende un’altra cena tipica al Jufenalm, una malga da sogno, completamente ristrutturata e adibita sia ad albergo che a ristorante. Legno, travi a vista e nuovamente arredi e suppellettili in stile shabby chic a rendere l’insieme originale. Ordino, per la seconda volta (è diventata una passione) un piatto degli ottimi Käsespätzle austriaci e cerco di innaffiare e digerire il tutto con un ottimo Schnaps (liquore locale) all’albicocca. Considerando la mia resistenza all’alcool dopo nemmeno un’ora dormivo beatamente in albergo, pronta ad affrontare l’ultima giornata.
L’ultima giornata, appunto. Sveglia all’alba con ancora il cielo di mille colori sulla montagna, stiracchiata d’obbligo sul balconcino della mia stanza con vista (e udito) su un piccolo ruscello, colazione rapida e poi via verso una passeggiata in salita nella valle Hinterthal (ma facile dai, se ce l’ho fatta io), per raggiungere in circa 4o minuti, la malga Mussbachalm. La camminata l’abbiamo fatta nuovamente con una esperta d’erbe: Silvia Wieser, una fonte infinita di conoscenze sulle piante che si possono trovare lungo il cammino nella valle e come utilizzare sia a livello culinario che curativo/omeopatico. E che dire della meritata colazione/brunch alla malga Mussbachalm? Accolti come a casa quando la nonna preparava la marmellata con le sue mani. Dal burro ai formaggi tutto viene dal lavoro e dall’amore della proprietaria che si alza ogni mattina alle 4.30 per iniziare a prendersi cura della malga e cucinare per i suoi ospiti. Se anche siete camminatori esperti e voleste proseguire la passeggiata uno stop-and-go qui è caldamente consigliato. Non fosse altro per la vista panoramica.
Arrivederci Salisburghese, spero di rivederti presto.
Condividi:
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Altro