Onestamente non pensavo fosse possibile una Napoli tre giorni, e in effetti non lo è, o almeno non del tutto. Per visitare Napoli nella sua interezza servirebbe una vita intera, diciamo che tre giorni possono essere sufficienti per un primo assaggio, un assaggio che generalmente si trasforma in amore.
A Napoli ci sono buona parte delle origini della mia famiglia, quelle della mia nonna in particolare, e quelle del mio nonno a Caserta, non poi così lontano. Nel sangue, dunque, mi scorre il Sud, con tutte le sue contraddizioni, la sua passionalità e impetuosità: ero già stata a Napoli altre volte, mai da sola però. E io amo viaggiare da sola anche per questo, perché appena scendo dal treno o dall’aereo mi si attiva quello che chiamo “sistema di misurazione familiarità”, che mi regala subito una sensazione più o meno elevata di familiarità e sicurezza, che mi permette dunque di muovermi da sola in tranquillità, persino senza perdere l’orientamento. So che raccontato così sembra strano, ma forse gli altri viaggiatori solitari mi capiranno. Resta il fatto che arrivata in stazione mi sono ritrovata su un taxi diretto in Hotel, chiacchierando amabilmente con un giovane tassista che mi ha detto: “l’accento è del Nord, ma secondo me le origini non sono quelle”. E infatti.
Prima tappa l’Hotel Mercure Angioino Centro, nome assegnato non a caso perché questa bellissima struttura Mercure si trova proprio a lato del Maschio Angioino, di cui, dalla terrazza ristorante, si può osservare tutta la struttura nella sua maestosità. Vengo accolta con gran calore da tutto lo staff e mi innamoro della stanza, un piccolo gioiello di design moderno che contrasta alla perfezione con l’antichità che si osserva, poco più, sbirciando dal balcone. Trovandomi già in centro inizia la mia passeggiata proprio da una visita al Maschio Angioino e alla zona del porto antistante, per osservare con lo stesso stupore dei bambini l’enormità delle navi da crociera che sostano anche solo poche ore e riversano migliaia di turisti di ogni nazionalità per le strade di Napoli. Il traffico è caotico, ma sicuramente meno caotico di come vogliono farci credere al TG. Torno verso l’interno e mi incammino in direzione della Galleria Umberto I, copia della “nostra” Galleria Vittorio Emanuele a Milano, mi ricordo di una pasticceria da queste parti e, arrivata ora di pranzo, ho proprio voglia di una sfogliatella. A Napoli dieta e calorie vanno decisamente dimenticate.
Assunta la mia dose di zuccheri posso tornare a camminare: Piazza del Plebiscito, Palazzo Reale, il teatro San Carlo (al momento in ristrutturazione), e poi, visto il sole e il caldo, il richiamo del mare.
Perché Napoli è prima di tutto una città di mare. E quindi si può camminare, per chilometri, osservando le bancarelle, i più coraggiosi che nuotano, i turisti che escono in barca. Ci si può fermare in uno degli innumerevoli chioschi per gustare una granita, una bibita, un gelato. Io ho camminato, a lungo, mi sono fermata su un muretto nei pressi di Mergellina e ho iniziato a scattare una serie infinita di fotografie, al mare, ai gabbiani, poi mi sono infilata le cuffie nelle orecchie e ho ascoltato alcune delle mie canzoni preferite. Era giovedì, mi sono riappacificata con il mondo.
Considerando la sveglia alle 5 del mattino sono tornata in Hotel all’ora del tramonto, un po’ di riposo, una doccia, e il momento di gustare una cena al Mercure Angioino… e che cena! Lo chef si è seduto con me in terrazza e mi ha raccontato la storia degli inizi della sua carriera nel mondo della cucina, e, per finire, mi ha regalato una “piccola esperienza mistica”, il miglior Sorbetto al Limone della mia vita. La ricetta me l’ha svelata, anche se non nelle dosi, ma rimarrà un segreto. Quello che posso dirvi è che se vi capiterà di alloggiare qui dovete assolutamente farne richiesta.
Il secondo giorno a Napoli è come il primo: sole e caldo, l’estate sembra ancora essere qui, invece è già autunno (e il tempo milanese lo conferma). Decido di andare alla scoperta della parte alta della città, nello specifico programmo una visita al Parco del Virigiliano, da cui si gode di una splendida vista su tutto il golfo, circondati dalla meraviglia della natura e dalla tranquillità più assoluta. In previsione di stanchezza e molti tratti a piedi e volendo ancora visitare nel pomeriggio il centro storico opto per il giornaliero con Napoli City Sight Seeing, i famosi bus scoperti permettono di scendere e salire a tutte le fermate, così da visitare comodamente ogni angolo della città senza ricorrere al taxi o ai mezzi pubblici.
Il Parco del Virgiliano si trova a Piedigrotta, nel quartiere Chiaia, con una vista mozzafiato su Posillipo e sul golfo di Napoli. Un luogo incantato e dalla storia “travagliata” che ha inizio fin dall’epoca fascista. Un luogo lontano dall’atmosfera caotica della città, in cui rilassarsi con un pic-nic, far giocare i bambini, correre, scambiarsi un bacio su una panchina osservando l’effetto che fanno le onde del mare viste così dall’alto. E forse, su quest’ultima parte, avrei qualcosa da imparare dagli altri, considerando che al Parco del Virgiliano, per l’appunto, camminavo da sola.
Al pomeriggio si torna nella Napoli “tradizionale” e mi immergo nel caos di parte dei Quartieri Spagnoli e subito dopo raggiungo a piedi Spaccanapoli. Qui è di nuovo pieno di turisti, ma in fondo il bello di Napoli è anche questo, la giornata è splendida, il sole splende e vuoi perderti la vista della Basilica di Santa Chiara? Ma storia e architettura, che forse a Napoli tendi a dare per scontate, sono da affiancare al solito cibo, ed è ora della merenda con una sfogliatella alla Pasticceria Scaturchio. E poi semplici quattro passi, ad osservare le botteghe che si susseguono, e i musicisti di strada che compaiono all’improvviso, come se fino a pochi minuti prima fossero inglobati nei muri dei palazzi.
È tempo per me di tornare verso l’Hotel per…fare un cambio di Hotel, l’ultima notte, infatti, mi avvicino alla zona della stazione, per alloggiare all’Ibis Styels Napoli Garibaldi, ormai ne ho visti parecchi di Ibis Styles e mi aspetto, giustamente, un ambiente dal design moderno, pulito e funzionale, uno staff giovane, divertente e super disponibile. La stanchezza della giornata e delle lunghe camminate si fa sentire e sono infatti pronti ad accogliermi con uno snack caldo, e le immancabili mini sfogliatelle in camera come dolce della buonanotte. La Stazione Centrale di Napoli non è lontana dal centro, questo Hotel, dunque, può essere un’ottima soluzione per chi vuole muoversi con comodità verso le zone “turistiche”, senza rimanere intrappolato dal caos delle zone più attrattive. Ripartire da qui è facilissimo, la stazione è davvero a 500 metri. Facilissimo a parole, mai a fatti, perché lasciare Napoli lascia sempre anche quel velo di tristezza del “chissà quando ci tornero” – “spero presto”.
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