Questo è il racconto di un weekend settembrino, quando il sole era alto e la voglia di mare non era ancora chiusa in valigia. Siamo stati ad Alghero non in compagnia di uno straniero, ma di #ZeddaPiras per scoprire qualcosa in più sul mirto e sulla fantastica terra che lo produce: la Sardegna.
Alcuni sardi dicono che lo Zedda Piras sia addirittura il Mirto più buono della Sardegna! La sua storia è lunga oltre 160 anni e la produzione Zedda Piras segue ancora l’antica ricetta della tradizione. Il Mirto è un tipico liquore dell’Isola dei 4 mori ottenuto solo con bacche fresche di mirto sardo, pianta tipica della macchia mediterranea. Nelle zone interne e lungo le coste assolate e ventilate dell’Isola, il mirto cresce spontaneamente. La raccolta delle bacche viene fatta a mano dai raccoglitori locali e trasportate, entro uno o due giorni, nei centri di raccolta per poi seguire le successive fasi di lavorazione che lo portano alla distribuzione.
Il Mirto, genuino come la sua terra, è il liquore Sardo, quello delle chiacchere a fine pasto, delle cene spensierate in compagnia e, generalmente, viene servito ghiacciato lasciando la bottiglia e i bicchierini in freezer.
Ma tranquilli, non abbiamo soltanto bevuto Mirto. L’occasione e il tempo, ancora estivo, ci hanno permesso di visitare Alghero e le zone circostanti.
Alghero ha un centro curato, pieno di vita e negozietti tipici con prodotti locali. Il fascino dei bastioni, la vista sul mare e il cibo delizioso la rendono una cittadina magica e accogliente.
Il giorno successivo abbiamo fatto una gita in mare con il catamarano: partiti da Stintino abbiamo raggiunto l’Isola dell’Asinara e il Carcere di massima sicurezza di Fornelli. Abbiamo ancora impressi i colori del cielo e del mare, con le mille sfumature dell’acqua dal verde al blu intenso. Impossibile non rimanere incantati da tanta bellezza.
Entrambe le carceri, Asinara e Fornelli, sono oramai in disuso da anni e peccato che non si sia trovato, ancora, una destinazione d’uso per questi posti, che hanno comunque segnato un pezzo di storia italiana. Una curiosità tra le tante che abbiamo scoperto grazie all’ottima guida locale Fabio: alcune delle celle dell’Asinara venivano chiuse direttamente dai detenuti alla sera, perché da lì non si poteva scappare! Il mare era il muro di cinta per loro.
La vista non gli mancava di certo, anche se potevano fare il bagno a mare una volta al mese accompagnati dalle guardie.
Se siete in zona una visita è assolutamente d’obbligo.
Nell’ultimo giorno del nostro Tour ci siamo spostati nella coloratissima cittadina di Bosa, famosa per la lavorazione del corallo e di tessuti. Ci siamo innamorati del suo centro storico e delle sue case tutte colorate, oltre che della vista dal Castello dei Malaspina. Vedere per credere.
Ora che le temperature non sono più così miti, riguardiamo le foto con un pizzico di nostalgia in attesa del prossimo viaggio e chissà che non sarà proprio in Sardegna!
Un grazie speciale a:
Fabio, guida genuina freelance presso Sardinsula
– Cristina Simone –
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